Il nome Samarcanda è un nome magico: basta sentirne il suono per evocare immagini di una città al confine tra il leggendario e il reale, senza limiti di spazio e di tempo. Il suo nome fa pensare a terre lontane, orizzonti misteriosi, epoche leggendarie. Vedi carovane lungo la Via della Seta, bazar colmi di merce in cui si parlano tutte le lingue del mondo, senti i profumi delle spezie, immagini emiri sotto turbanti colorati e odalische che ballano sinuosamente nell’harem. Ma la leggendaria Samarcanda è realtà: quello che non puoi immaginare è la sua magnificenza. I suoi monumenti, le sue cupole azzurre, mausolei, madrase e moschee sono la testimonianza di un grandioso passato, come capitale dell’Impero timuride di TAMERLANO, che si estese dai confini con la Cina fino all’India e alla Turchia. I viaggiatori che l’hanno vista nel suo periodo di massimo splendore, tra il XIV e XVI secolo, sono rimasti estasiati e al loro ritorno hanno contribuito a diffondere il suo nome leggendario.
indice degli argomenti
SAMARCANDA
Samarcanda è una città antichissima con 2700 anni di storia. La sua collocazione strategica lungo la Via della Seta le ha sempre conferito una grande importanza nei traffici commerciali ma, come spesso succede per le terre di collegamento, più volte è stata anche causa della sua distruzione. Lungo le vie della seta infatti passavano anche gli eserciti. Tra fasi alterne, ebbe un florido periodo sotto il regno dei Samanidi, nel X e XI secolo, quando era conosciuta come Maracanda o Afrasiab. Ma nel 1220 irruppe Gengis Khan con il suo esercito che distrusse completamente la città, tanto che la sua posizione sull’altopiano fu abbandonata per sempre. La nuova città di Samarcanda nacque nella pianura sottostante e ritornò a nuova gloria grazie al condottiero Tamerlano che nel 1370 la scelse come capitale per il suo impero e la fece diventare il centro commerciale e culturale più importante dell’Asia Centrale e la sfarzosa sede di una corte leggendaria..
TAMERLANO
Ma chi era TAMERLANO? Era un controverso condottiero che combinava due aspetti apparentemente contradditori: come era feroce e spietato nelle battaglie, d’altra parte era sensibile all’arte e alla cultura. Si considerava discendente di Gengis Khan e voleva ristabilirne l’impero attraverso le sue conquiste: la storia lo colloca tra i grandi comandanti come Alessandro Magno, Dario I e Giulio Cesare, abile condottiero e stratega ma anche un governante lungimirante che ha dato un grande contributo al progresso della scienza, dell’istruzione e della cultura. Aveva capito l’importanza di rendere sicura la Via della Seta per incentivare gli scambi commerciali, per questo contribuì alla creazione di bazar e caravanserragli nelle città lungo il percorso. Incrementò lo sviluppo dell’artigianato e dall’agricoltura mediante canalizzazione delle acque e mulini. Incentivò anche la cultura circondandosi di uomini eruditi provenienti da ogni parte del mondo, e stimolando la diffusione delle idee tramite la scrittura, su quella carta fabbricata nelle cartiere di Samarcanda e tramite le biblioteche e le madrase, dove oltre agli insegnamenti coranici, venivano divulgate anche le scienze. Tamerlano portò nella sua capitale i bottini di guerra e i migliori architetti e artigiani specializzati che contribuirono ad arricchire Samarcanda di quelle costruzioni meravigliose che vediamo, in parte, ancora oggi. L’architettura nata sotto l’impero di Tamerlano acquistò caratteristiche proprie, tanto da essere denominata architettura timuride, precedente di stili che in seguito abbelliranno le città della Persia e dell’India.
Tamerlano morì improvvisamente di febbre durante una spedizione alla conquista della Cina lasciando il suo regno nel caos, senza una successione prestabilita. Il nipote Ulugh Beg mantenne il potere per quarant’anni e, uomo di scienze, continuò a rendere sempre più magnifica la città di Samarcanda con la costruzione di stupefacenti monumenti e con la divulgazione dei suoi studi scientifici: era un astronomo stimato anche in tutto l’Occidente. Costruì un Osservatorio Astronomico, vedremo quello che ne è rimasto, con cui osservare le stelle e ottenne delle misurazioni talmente precise da essere riconosciute fino ad oggi. Dopo Ulugh Beg cominciò un lento declino in cui i suoi discendenti non riuscirono a mantenere l’unità dell’impero che pian piano si frammentò in diversi Khanati. Un suo discendente, Zahir al-Din Babur nel 1526, conquistò l’India e dette inizio alla dinastia dei Gran Moghul, il regno che passerà alla storia come il Rinascimento timuride in cui rifiorirono le arti e le scienze, ne è esempio il famoso Taj Mahal.
MAUSOLEO DI TAMERLANO
Venite con me a conoscere i magnifici monumenti più rappresentativi di Samarcanda e cominciamo proprio dal Mausoleo di Tamerlano, chiamato MAUSOLEO DI GUR-I-AMIR, che significa la “Tomba del Re”. La costruzione di questo complesso, una madrasa che fronteggiava una Khanaka, fu cominciata da Tamerlano stesso per custodire le spoglie del suo nipote preferito, Muhammad Sultan Mirza, morto nelle guerra di Ankara nel 1403. Quando due anni dopo Tamerlano morì, decisero di deporlo nella madrasa accanto al nipote e si cominciò a costruire il Mausoleo su un altro lato del cortile perpendicolare ai due edifici esistenti. Si va così a delineare la prima forma di quella soluzione a Kosh, a specchio, che sarà ripresa per il Registan e che abbiamo visto molto utilizzata nella Bakhara del XVI secolo. Nel Mausoleo sono custodite le tombe del suo maestro spirituale e di alcuni figli e nipoti. Arrivando, quello che colpisce subito è la mole della sua incantevole cupola realizzata a nervature che purtroppo abbiamo trovata parzialmente coperta per i restauri. Ma, anche se velata, non si può rimanere indifferenti a tanta bellezza, ai giochi di luci e di colori e a quell’intenso turchese color del cielo. L’interno è ancora più stupefacente con le sue finissime decorazioni azzurro e oro (fatte di cartapesta quelle sotto alla cupola per alleggerire la struttura) e le lapidi disposte nel centro: quella di Tamerlano è un blocco unico di nefrite, un marmo verde scuro. In realtà il vero sepolcro si trova nella cripta sottostante il Mausoleo. Nel 1941 venne analizzata la tomba di Tamerlano per studiarne l’autenticità: i resti corrispondono alla descrizione di un uomo di grande costituzione con importanti ferite, come riportato dalle descrizioni del tempo. Tamerlano infatti era soprannominato lo zoppo per la grossa ferita che aveva riportato nella gamba destra.
Siamo ritornati anche verso l’ora del tramonto per ammirarla illuminata: ancora più incantevole!!!
IL REGISTAN
Poi subito a conoscere il Complesso più rappresentativo di Samarcanda, IL REGISTAN, un luogo magico con un’atmosfera che nemmeno le fotografie possono rendere: i suoi edifici sono troppo grandi e troppo alti, i suoi colori troppo abbaglianti e le sue decorazioni troppo numerose e raffinate per cogliere tutto con uno scatto!!! E trovarsi nel centro di tutta questa bellezza è un’emozione indescrivibile!!! Questa è Samarcanda!!!
Il nome Registan, significa “il posto della sabbia”, era la piazza all’incrocio delle sei più importanti strade della città, il fulcro dei commerci, un luogo adatto ad ospitare le cerimonie pubbliche e un grande bazar. Fu Ulugh Beg nel 1417 a modificare il luogo spostando il mercato e costruendo la prima grande madrasa che prende il suo nome e impostando la piazza nella disposizione a kosh con una Khanaka sul lato opposto e un caravanserraglio a chiudere la piazza su un lato. Fu nel 1619, due secoli dopo sotto il regno degli Uzbeki, che il governatore Yalangtush Bahadur fece edificare gli edifici che vediamo oggi cercando di mantenere lo stile timuride: la Madrasa Shir-Dar e la Madrasa Tila-Kari. Il risultato è un’opera straordinaria dall’effetto scenografico che lascia sorpresi e meravigliati di tanta bellezza, noi come tutti i visitatori del passato.
La MADRASA DI ULUGH BEG quindi fu la prima ad essere costruita tra il 1417 e il 1420 dall’architetto persiano Qawam al-Din Shirazi. E’ impressionante la quantità di rivestimenti in ceramica smaltata che ricoprono completamente ogni suo lato e ogni suo angolo! La madrasa poteva ospitare circa 70 studenti in cui oltre alla teologia, studiavano fisica, medicina, matematica e astronomia: lo stesso Ulugh Beg impartiva lezioni di astronomia ai suoi studenti. Non a caso la parte superiore del portale d’ingresso, il pishtaq, è cosparsa di meravigliose decorazioni a forma di stelle blu e viola su sfondo chiaro.
La fronteggia a specchio la madrasa SHIR-DAR, una sua particolarità è di raffigurare un essere animale, contraddicendo i dettami islamici. Nella parte superiore del pishtaq possiamo vedere due tigri che inseguono un daino sotto lo sguardo di un sole dal volto umano. Ci sono diverse interpretazioni, la più probabile è questa: la tigre potrebbe simboleggiare la potenza e viralità dell’emiro (la tigre) che sotto la protezione divina (il sole) domina sui popoli conquistati (il fragile daino). Un tema così affascinante da essere poi ripreso come abbiamo visto anche a Bukhara nella Madrasa Divan-Beghi. Bellissime anche le due cupole laterali a nervature di uno splendente turchese che ne impreziosisce la struttura. Anche questa madrasa è ricoperta di ceramiche di incredibile finezza che riportano motivi floreali, geometrici e calligrafici.
Infine la Madrasa TILA-KARI che significa “ricoperta d’oro”, la moschea situata all’interno della madrasa presenta, infatti, i soffitti completamente ricoperti da fogli d’oro. La moschea è situata in modo asimmetrico, non centrato, rispetto al pishtaq in modo da avere il mihrab in direzione della Mecca. Presenta incantevoli disegni in blu e oro e decorazioni meravigliose: un altro luogo in cui perdersi nell’incanto!!!
Siamo ritornati nel Registan al tramonto per assistere al gioco di luci colorate proiettate sui monumenti a ritmo di musica: uno spettacolo affascinante!
E non poteva mancare una cena con quello che è il piatto tipico uzbeko: il PLOV. E’ un piatto molto complesso che richiede molto tempo per la preparazione perchè bisogna aggiungere gli ingredienti poco alla volta in modo che mantengano sapore e cottura. E’ una preparazione a base di riso speziato con cumino e coriandolo, carne di agnello, carote, cipolle e guarnito con una testa d’aglio e uova di quaglia in bella mostra. E’ un piatto molto saporito e gustoso e anche la presentazione è invitante.
LA MOSCHEA DI BIBI KHANUM
Un altro edificio monumentale costruito ai tempi di Tamerlano è l’imponente MOSCHEA jameh di BIBI KHANUM. Fu edificata tra il 1399 e il 1404 da Tamerlano per la moglie prediletta, si dice che Tamerlano affidò il progetto ad architetti iraniani e indiani e utilizzò novantacinque elefanti per trasportare il materiale da costruzione. Il sovrano voleva che diventasse la moschea più grande del mondo islamico, spingendo le dimensioni dell’edificio oltre i limiti del tempo a discapito della stabilità. I problemi iniziarono presto tra dissesti e terremoti, la moschea funzionò fino a quando nel 1646 le funzioni si spostarono nella nuova moschea Tila-Kari nel Registan. Le sue dimensioni sono imponenti: esternamente misura 167×109 metri, la meravigliosa cupola turchina con scritte cufiche sopra alla sala della preghiera raggiunge i 40 metri di altezza e i minareti sul portale d’ingresso erano alti 50 metri. Era un’opera grandiosa, impreziosita da fini decorazioni e da nervate cupole turchine, ne ammiri la magnificenza! Nel cortile interno possiamo ancora vedere un grande leggio in pietra utilizzato per collocarvi il Corano di Osman durante le funzioni del venerdì, lo abbiamo visto a Tashkent nel Museo della biblioteca.
L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI ULUGH BEG
L’Osservatorio Astronomico fu costruito nel 1428 da Ulugh Beg, il grande astronomo nipote di Tamerlano. Era considerato uno dei migliori osservatori del mondo arabo e rese Samarcanda un centro astronomico frequentato dai migliori scienziati dell’epoca. Aveva un sestante del raggio di 40 metri che serviva per misurare l’altezza delle stelle e la loro posizione, di cui si conserva ancora la parte scavata nel terreno, con cui ottenne misurazioni precise che sono attualmente riconosciute valide. Ulugh Beg fu accusato di dare più importanza alle scienze che alla fede e per questo fu assassinato con la complicità del figlio che ambiva al trono. L’Osservatorio fu distrutto e la sua biblioteca data alle fiamme. Ma rimangono i suoi studi e un catalogo da lui compilato con la posizione di oltre mille stelle. A fianco dell’osservatorio si trova un museo dove sono conservati un astrolabio e alcuni lavori di Ulugh Beg.
LA NECROPOLI DI SHAKHI-ZINDA
Ho volutamente tenuto per ultimo questo complesso perchè, al pari del Registan, è per me il luogo più incantevole di Samarcanda. Come per il Mausoleo di Pahlavan Makhmud a Khiva, unisce la meraviglia del turista alla consapevolezza di essere in un luogo religioso: qui incontri le famiglie uzbeke che vengono in pellegrinaggio e la visita si riempie di maggior significato. E che monumenti incredibili!!! La necropoli sorge ai margini di quello che era il sito dell’antica Afrasiab distrutta da Gengis Khan e il primo mausoleo fu edificato nell’XI secolo per il cugino del profeta Maometto, Kussan-ibn-Abbas, colui che portò l’Islam nell’Asia Centrale e qua morì decapitato. La leggenda dice che il martire, morto nel 677 d.C. sia ancora vivo e che, prima o poi, ritornerà: Shakhi-Zinda significa infatti “Il Re vivente”. Kussan-ibn-Abbas è il santo patrono di Samarcanda e si dice che visitare tre volte il suo sepolcro equivalga ad un pellegrinaggio alla Mecca: questo spiega perchè è un luogo religioso molto importante per la popolazione.
Non basterebbero ore per spiegare la meraviglia che si prova entrando nella necropoli, uno scenario unico al mondo: dopo aver salito una gradinata, si passa attraverso un pishtaq decorato e si apre davanti ai nostri occhi una meravigliosa sequenza di mausolei rivestiti da maioliche e mosaici smaltati di straordinaria bellezza. Lo spazio è talmente ristretto da esaltare la monumentalità dei primi mausolei, e ti senti piccolo piccolo tra uno splendore blu, verde e turchese. Le prime strutture sono talmente belle e ricoperte di decorazioni che ti perdi ad ammirarne i particolari, sono le tombe di persone vicine a Tamerlano, bellissime in particolare quelle dedicate alla sorella e alla nipote. La tomba del 1385 della sorella minore, Shirin-bika-aka, è ritenuto il mausoleo più sorprendente e raffinato: qui si adotta l’uso del mosaico con tessere di un predominante blu zaffiro, ottenuto con una tecnica innovativa per l’epoca.
Seguono una serie di mausolei di cui non si conosce l’appartenenza ma tutti di massima espressione artistica, con riferimenti sacri e carichi di simbolismi. Come ad esempio, nel mausoleo di cui si conosce il costruttore, Usto Alim Nesefi del 1380, la facciata riporta una serie di stelle ottagonali descritte da nastri blu, al centro di un ottagono possiamo vedere un punto che, privo di dimensioni simboleggia l’infinito e assoluto quindi può rappresentare Dio.
Si arriva quindi verso la fine della necropoli, in una zona delimitata che appare come un piccolo cortile su cui si affacciano costruzioni che incantano per la loro bellezza, raffinatezza e vivacità dei colori. Sono il Mausoleo di Tuman-Aka, moglie più giovane di Tamerlano e la moschea a lei dedicata, e il Mausoleo di Khodja Akhmad, importante religioso di Samarcanda.
Qui si trova anche il nucleo originario, quello dedicato a Kussam-ibn-Abbas, un complesso a cui si accede attraverso un portoncino in legno sotto a un porticato. Lo spazio è composto da un piccolo minareto, da una moschea e dall’originario mausoleo, un piccolo ambiente sormontato da una cupola e carico di spiritualità.
Shaki-Zinda è un luogo molto suggestivo, carico di spiritualità e bellezze indescrivibili che rimarranno per sempre impresse nella mia mente.
CONCLUSIONE:
Entrare in Samarcanda è come entrare in un mito, qualcosa di sognante, di favoloso e infinitamente bello. Non è un’immersione totale in un’antica città come può essere stato a Bukhara e ancora di più a Khiva, perchè i monumenti antichi sono inseriti in un contesto cittadino alternati a quartieri sovietici più recenti. Quello che ho provato in Samarcanda è la consapevolezza dell’opera di Tamerlano che ha reso leggendaria la sua capitale. Non è difficile sognare ad occhi aperti quando ti trovi nel mezzo della grandiosità del Registan, o sotto l’imponente pishtaq della moschea di Bibi Khanum, o dentro il dorato Mausoleo di Tamerlano stesso, o camminando lungo la strada della necropoli di Shaki-Zinda, costellata di turchesi mausolei e cupole azzurre. Ovunque vivi la grandiosità dell’Impero di Tamerlano: la ricchezza della più importante città commerciale sulla Via della Seta, il sapere del più grande centro culturale e scientifico del mondo arabo, e l’architettura più imponente, sorprendente e affascinante dello stile timuride. Penso allo stupore di chi l’ha conosciuta in quell’epoca e capisco come Samarcanda possa essere diventata per l’Occidente un luogo leggendario al pari di Atlantide, un luogo lontano, inarrivabile, misterioso e magnifico: basta pronunciarne il nome SAMARCANDA per entrare con lei in un mondo favoloso da “Le Mille e una Notte”.
Il mio viaggio finisce qui….
Ringrazio per l’ultima volta chi ha reso per me possibile questo viaggio meraviglioso:
Firdavs Hakimov: firdavs@natalietour.uz