UZBEKISTAN Parte 4: BUKHARA la Nobile

Eccoci finalmente a Bukhara, la città dei commerci per eccellenza, ne respiri ancora l’aria nei suoi colorati bazar ricchi di tessuti, tappeti, spezie e oggetti d’artigianato e nel vociare delle contrattazioni degli abili mercanti. Ne respiri i sapori e gli aromi delle spezie nei mercati e gli invitanti profumi che fuoriescono dalle cucine dei ristoranti. Ne ammiri i colori caldi dei mattoni degli edifici che diventano rosa verso il tramonto, le cupole verdi smeraldo, le monumentali madrase con meravigliose decorazioni nelle tonalità dal celeste al blu intenso, il colore rosso e marrone dei tappeti, le innumerevoli tonalità di colore e fantasie sui foulard di seta e sulle ceramiche in vendita nei bazar. Ne osservi la vivacità di una città frenetica da sempre crocevia di commerci e punto di incontro di civiltà, lo vedi nei diversi tratti somatici delle persone che incontri, lineamenti turchi, iraniani, tagiki, tartari nel loro abbigliamento e copricapo. E ti immergi totalmente nell’atmosfera incantata di secoli di storia quando, coi i sensi già carichi di mille sensazioni, l’aria è rotta dal canto melodioso del muezzin che richiama alla preghiera: tutto intorno tace, qualcuno si inginocchia per pregare, io respiro profondamente per assorbire il più possibile queste meravigliose sensazioni e farle mie per sempre!!! E’ una grande emozione!!

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Ma non si può parlare della splendida città di Bukhara senza accennare a ciò che le ha portato tanta prosperità: la VIA DELLA SETA. O meglio “le vie della seta” perchè i tracciati erano diversi a seconda delle condizioni stagionali o delle situazioni politiche dei luoghi attraversati. Se già dal V secolo a.C. esisteva una strada carovaniera con stazioni di posta a distanze regolari, la Via Reale Persiana, via via nei secoli il commercio tra Oriente e Occidente si organizzò in una rete di strade dotate di Caravanserragli costruiti nelle oasi o presso i pozzi, per dare ospitalità e protezione alle carovane di commercianti. Non si viaggiava mai soli, ma in lunghe carovane per difendersi dai predoni e affrontare le difficoltà dei viaggi. Intorno a questo primo nucleo sorsero i mercati, le abitazioni, le botteghe, le mura di fortificazione e poi moschee, madrase, hammam, fino a creare le prime cittadelle. Bukhara ad esempio, nata in un’oasi del Deserto del Kyzylkum, divenne una cittadella fortificata già nel VIII secolo. Il fiorente traffico dei commerci incentivò la popolazione a produrre oggetti artigianali: tessuti, tappeti, oreficeria, carta e ceramica. I Bazar, ossia i mercati, si organizzarono dividendosi per settori merceologici, come vedrete passeggiando per Bukhara. Per questioni climatiche furono coperti da una struttura muraria che reggeva un susseguirsi di cupolette che corrispondevano alle botteghe sottostanti. Erano collocati agli incroci delle strade, sviluppandosi intorno all’intersezione e al centro era posta una grande cupola. Accanto ai bazar si costruirono ulteriori caravanserragli destinati ad ospitare i carovanieri, le loro merci e gli animali. Bukhara aveva moltissimi Bazar, ora sono rimasti solo tre mercati del XVI secolo: il Toqi-Sarrafon (cupola del cambiavalute), il Toqi-Zargaron (cupola dei gioiellieri) e il Toqi-Tilpak-Furushon (cupola dei venditori di cappelli) e sono una meraviglia! Anche se Bukhara è una città molto antica, la sua importanza accrebbe tra il IX e il X secolo con il governatore Ismail Samani, il quale incentivò i traffici sulla Via della Seta e organizzò la città con tutte le infrastrutture necessarie, facendola diventare un centro commerciale di enorme importanza.

Le Vie della Seta – Buxoro sta per Bukhara

Ma lungo le rotte commerciali non passavano soltanto oggetti, viaggiava anche una merce preziosissima, destinata ad influire sulla storia dei paesi dall’Oriente all’Occidente: la conoscenza!. La condivisione di nozioni matematiche e scientifiche, culturali, religiose, delle tradizioni e delle idee, ha contribuito al progresso di due continenti. Ed è proprio in questo florido periodo che Bukhara diventa un importantissimo centro culturale, ricco di biblioteche e frequentato da medici e scienziati, letterati e filosofi, tale da guadagnarsi il nome di Bukhara la Nobile. O anche Bukhara la Sacra, per via delle innumerevoli Moschee e Madrase che può ostentare: 140 edifici di inestimabile valore artistico e culturale, tutti Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Madrasa di Abdalal-Aziz Khan

MAUSOLEO DI ISMAIL SAMANI

Cominciamo quindi la visita della città dal monumento dedicato al governatore che la portò a diventare il più grande centro commerciale e culturale dell’Asia Centrale: il MAUSOLEO DI ISMAIL SAMANI. E’ la costruzione più antica di Bukhara, risale al IX-X secolo, si è salvata dalle innumerevoli invasioni e distruzioni perchè era stata protetta ricoprendola interamente di terra: fu riscoperta solo nel 1930. E’ un gioiello dell’architettura che si ispira all’arte pre-islamica, di tradizione persiana, ed ha la particolarità di essere il primo monumento nell’Asia Centrale ad essere costruito con mattoni cotti. Si compone di due semplici elementi: un cubo, che ricorda la forma della Mecca e rappresenta le cose terrene, sovrastato da una cupola che rappresenta il divino. Non ha decorazioni colorate, quello che lo rende un monumento di eccezionale valore è l’utilizzo del mattone nelle sue varie composizioni per ottenere diverse decorazioni e comporre colonne, archi, finestre ed elementi floreali. Il mattone è il protagonista a cui la luce del sole nelle varie fasi della giornata, dona tridimensionalità e affascinanti giochi di luce e di ombre.

I disegni geometrici ricavati dalla disposizione dei mattoni all’interno
La composizione di archi, stratagemma usato per raccordare la forma quadrata della struttura alla cupola rotonda

La nostra guida, Firdavs, ci svela una tradizione: dicono che girare tre volte intorno al Mausoleo in senso antiorario porti fortuna…. via!!!

LABI-KHAUZ

Ma torniamo verso la zona più centrale della città antica per visitare una piazza che presenta una particolarità di Bukhara: un complesso architettonico formato da due madrase e una khanaka circondano una grande vasca d’acqua, è la piazza LABI-KHAUZ, che significa “attorno alla vasca”. Fino a un secolo fa erano presenti più di 200 vasche d’acqua a gradoni ed erano collegate tutte insieme con un sistema di canali di irrigazione che rifornivano d’acqua la città. Erano un luogo di incontro per la popolazione che si riuniva qui per parlare, fumare e bere. Furono smantellate dai russi perchè le acque erano malsane e causavano malattie alla popolazione. Oggi, come testimonianze del passato, rimangono poche vasche piene d’acqua come questa che, circondata da ristoranti all’aperto, conserva la sua caratteristica di punto d’incontro e uno dei luoghi più piacevoli della città.

La Madrasa NADIR DIVAN-BEGI, che si affaccia sulla vasca, in origine doveva essere un caravanserraglio, ma era talmente bella che l’emiro chiese di farne una madrasa. Da osservare la decorazione sul portale: due uccelli (simurg), portando tra gli artigli un maiale, si fronteggiano volando verso un sole dal volto umano. Questa decorazione ha un significato simbolico: i due simurgh rappresentano l’accesso alla conoscenza suprema identificata dal sole; mentre i maiali, impuri nella tradizione islamica, vengono allontanati per purificare la terra. La madrasa ora accoglie eventi culturali o di divulgazione turistica delle tradizioni uzbeke. Noi abbiamo assistito a uno spettacolo dove erano abbinati balli tipici in costume tradizionale e sfilata di abiti confezionati dalle sartorie locali, sorseggiando un tè seduti ai tavolini.

Nel giardino di fronte alla madrasa si trova la statua di NASREDDIN-KHODJA, un personaggio leggendario popolare molto conosciuto in Asia Centrale ma anche in Medio Oriente e nei Balcani. Non si sa esattamente quando sia vissuto, probabilmente nel XIV secolo, è l’autore di innumerevoli leggende e fiabe sarcastiche a sfondo morale, molto simpatiche, era una sorta di filosofo popolare.

La piazza quindi è occupata sui tre lati da edifici religiosi che la racchiudono con i loro portali decorati, il quarto lato è occupato dal quartiere ebraico. in quella zona si trova anche un bel ristorante tipico ricavato negli ambienti di un ex-caravanserraglio: un ambiente molto suggestivo per la nostra cena!!! E a seguire la passeggiata notturna…

I TOQI – I Bazar

Dopo essere passati accanto alla grande vasca incontriamo il primo Bazar, il TOQI-SARROFON, la cupola del cambiavalute, qui si trovavano i negozi di cambio monete per i commercianti che arrivavano in città. E’ il nostro primo approccio con un bazar di Bukhara e rimaniamo incantati dalla quantità di merce di diversa tipologia, da questa magica disposizione di cupolette che sovrastano i negozi e dallo spazio centrale dove le strade incrociandosi formano una piccola piazza circondata da merce colorata e coperta da una grande cupola!!! Compreresti di tutto!!! Lì ho comprato il mio souvenir: una miniatura dipinta a mano su carta di seta che rappresenta il percorso di Marco Polo sulla Via della Seta da Venezia passando per Khiva, Bukhara, Samarcanda fino ad arrivare in Cina, lo vedete dai disegni degli edifici stilizzati.

Attraversiamo il Bazar e usciamo nella strada più a destra e già intravediamo oltre la strada principale un Bazar ancora più grande, il TOQI-TILPAK-FURUSHON, la cupola dei cappellai che si sviluppa sull’incrocio di cinque strade. Tra i vari banchi attira la nostra attenzione il negozio delle spezie, con i suoi colori caldi e intensi e il luminoso sorriso del venditore dai denti d’oro!!!.

La Tubeteika, copricapo tradizionale uzbeko

Poi ci fermiamo a visitare un negozio dove tessono i TAPPETI, tutti a mano, e impariamo a riconoscere le varie tecniche di produzione, i diversi materiali e soprattutto ad apprezzare il lavoro certosino, di infinita pazienza delle ragazze ai telai. Occorre molto tempo per tessere un tappeto, dipende dalla grandezza del filo: più il filo è sottile più nodi saranno necessari, e quindi più tempo: per i grandi tappeti servono anche mesi e a volte si alternano più persone al lavoro. Bukhara è famosa in tutto il mondo per la produzione di tappeti.

Complesso POI-KALYAN

Proseguiamo ora per la piazza più importante della città vecchia dove si trova il complesso dei POI-KALYAN. Il complesso è formato dal Minareto Kalyan, diventato il simbolo di Bukhara, dalla Moschea Kalyan, dalla Madrasa Miri-Arab e dalla Madrasa Alim Khan.

Il MINARETO KALYAN del XII secolo è costruito con mattoni cotti, senza decorazioni colorate (solo una sottile fascia turchese in ceramica invetriata verso la sommità) ma decorato soltanto con i giochi di chiaro e scuro creati dalla disposizione dei mattoni stessi, ricorda il Mausoleo di Ismail Samani. E’ composto da fasce orizzontali decorate con disposizioni diverse dei mattoni, alcune in rilievo altre a sbalzo, componendo diversi disegni geometrici evidenziati dai raggi del sole. E’ alto 45 metri e nel passato svolgeva la funzione di “faro” per i commercianti in cammino lungo la Via della Seta, era talmente bello che Gengis Khan lo risparmiò dalla distruzione.

L’antico minareto Kalyan

Intorno al Minareto si sviluppò la piazza come la vediamo oggi: all’inizio del 1500 venne costruita la grande MOSCHEA KALYAN che nel cortile interno poteva ospitare fino a 10.000 fedeli. Le decorazioni sono molto raffinate: una grande cupola turchese dello stile timuride in fondo al cortile sovrasta la sala di preghiera con il mihrab. La costruzione ottagonale serviva da pulpito all’imam per il sermone nelle celebrazioni del venerdì.

Portale della Moschea
la moschea estiva

La MADRASA MIRI ARAB è stata costruita sempre nel XVI secolo in una conformazione tipica di Bukhara, la troverete ripetuta molte volte tra i monumenti della città: è la disposizione a specchio, a Kosh, dove i monumenti si fronteggiano perfettamente, rivolgendo gli ingressi in asse uno di fronte all’altro. Tale disposizione la troveremo anche a Samarcanda nell’incantevole Registan. La Madrasa non è visitabile perchè riveste ancora la funzione di scuola coranica.

La disposizione a specchio, a kosh, nella piazza POI-KALYAN

L’ultima costruzione che delimita la piazza dietro al Minareto, è la MADRASA DI AMIN ALIM KHAN degli inizi del XX secolo, costruita dagli stessi emiri che hanno abitato il Palazzo estivo del Sitorai Mokhi-Khosa di cui vi ho parlato nel precedente articolo.

Decidiamo di salire in un punto elevato per sorseggiare un tè caldo e ammirare il panorama sulla piazza Poi-Kalyan, un’esperienza da provare!.

L’ARK, la cittadella

Non distante, e da visitare assolutamente, si vedono le inclinate mura merlate con i torrioni bombati che circondano l’antica cittadella, l’ARK, il nucleo del potere. All’interno delle mura vi erano le abitazioni del Khan, dei dignitari e della servitù, l’harem, la caserma e la tesoreria, la moschea, la sala dei ricevimenti, i magazzini e le prigioni.

Portale d’accesso all’Ark

Vi si accedeva dall’unico portale presente sulla piazza, salendo dalla rampa e percorrendo una ripida galleria interna dove erano sempre presenti le sentinelle. Passati i controlli, come accadeva secoli fa, anche noi arriviamo nel cuore della cittadella e subito appare davanti ai nostri occhi la Moschea privata del khan del XVII secolo. Un talar con colonne in legno precede la moschea rivestita di stucchi bianchi. l’interno è un tripudio di colori, a partire dal mihrab fino al soffitto in legno colorato con inseriti frammenti di specchio.

La moschea bianca
Il mihrab

Proseguendo il percorso in salita arriviamo al Kurinish-Khana un grande cortile racchiuso che un tempo era usato per i ricevimenti e le incoronazioni: sul fondo, rialzato, vediamo il trono del Khan. Solo uscendo notiamo che la facciata interna del portone era rivestita di finissimi mosaici con motivi geometrici, floreali e calligrafici nei colori giallo, blu e turchese.

Il trono dell’emiro
Le mura di Bukhara che circondano l’Ark

BOLO-KHAUZ

Attraversiamo la strada trafficata per andare nella Moschea Jameh BOLO-KHAUZ (moschea sopra la vasca) che risale al 1712. Era riservata all’Emiro e al suo seguito, ogni venerdì percorrevano il breve tratto camminando sui tappeti distesi ai loro piedi per andare a pregare. Il talar è composto da venti colonne di legno di albicocco dal colore rossiccio, ma è chiamata anche moschea delle 40 colonne perchè l’edificio, rispecchiandosi nella vasca, sembra possederne il doppio. Le esile colonne e lo sfondo così finemente decorato le donano un aspetto raffinato. Il minareto antistante la moschea risale ai primi anni del 1900 ed è stato costruito in sostituzione del precedente andato distrutto.

CONCLUSIONE:

Bukhara, come abbiamo detto, conserva 140 monumenti storici, quelli che vi ho descritto sono quindi una minima parte, ma rappresentativa della storia e dell’architettura della città antica. Non è possibile visitarli tutti, il mio consiglio è di perdersi nel groviglio delle stradine della città vecchia, osservando tutti gli scorci incantevoli che offre al nostro sguardo e di godere dell’atmosfera di una millenaria città della Via della Seta.

Quello che più mi è piaciuto di Bukhara è la sua vivacità, la sua anima commerciale, i suoi bazar, i caravanserragli…. ti rendi conto dell’importanza che deve aver rivestito per secoli come collegamento sia nel trasporto delle merci che nel trasmettere idee e conoscenze, come testimoniano anche la moltitudine di madrase e di imponenti e incantevoli monumenti religiosi. Un detto uzbeko dice giustamente: “Samarcanda è la meraviglia della terra, ma Bukhara è la meraviglia dello spirito”…. quindi vi porterò a conoscere anche Samarcanda, la Leggendaria.

STAY TUNED

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