Quando ho sentito parlare per la prima volta dell’Uzbekistan, confesso che non sapevo nemmeno dove si collocasse sulla cartina geografia mondiale. Ma è bastato leggere il nome di Samarcanda, vedere quelle magnifiche cupole di maiolica azzurra e quegli immensi portali decorati, che subito mi sono innamorata di questo luogo meraviglioso. Ringrazio l’Agenzia “I Viaggi dell’Arcobaleno” di Pesaro che mi hanno proposto questo viaggio e mi hanno accompagnato con la loro professionalità e gentilezza, con loro è sempre tutto perfetto!. Ringrazio anche la nostra guida locale, FIRDAVS HAKIMOV, molto preparata, simpatica e professionale, se volete organizzare un viaggio in Uzbekistan ve la consiglio caldamente. Potete chiedere informazioni scrivendo alla sua mail: firdavs@natalietour.uz.
Ho deciso di raccontarvi questo viaggio cominciando dalla capitale, Tashkent, anche se per noi è stata l’ultima tappa del viaggio, perchè è la città più moderna e cosmopolita. Mi piace tenere per ultimo la magia delle città antiche della Via della Seta, in un crescendo di ricchezze ed espressioni artistiche: da Khiva a Bukhara, fino alla leggendaria Samarcanda.
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LA RICOSTRUZIONE
Tashkent, con oltre due milioni di abitanti, è la città più grande dell’Asia Centrale: vivace, cosmopolita, ricca di parchi e ampi giardini, viali alberati, interessanti monumenti e musei. Il suo nome significa “Città di Pietra” e pur essendo una città molto antica presenta un aspetto per lo più moderno a causa di un tragico avvenimento: nell’Aprile del 1966 un fortissimo terremoto distrusse tutta la città. In quell’epoca l’Uzbekistan era ancora parte della Repubblica Socialista Federale Sovietica Russa, la ricostruzione fu rapida e la città fu reimpostata con ampi spazi, viali, parchi, piazze e con la costruzione della Metropolitana, la cui prima linea fu inaugurata nel 1977. In contrasto con questa modernità però si notano i quartieri con le case popolari dei lavoratori, esempio dell’architettura brutalista di stampo sovietico. La progettazione degli edifici partiva dall’idea marxista di uguaglianza e giustizia, quindi gli appartamenti dovevano avere stessa grandezza, stessa esposizione alla luce, stesso costo, stessi servizi. Ne risultano palazzi anonimi, squadrati, color cemento…. poco estetici ma comunque espressione di un’epoca.
MONUMENTO AL CORAGGIO
Proprio sull’epicentro del grande terremoto del 1966, in un giardino, si trova il “Monumento al Coraggio”, in ricordo dello sforzo compiuto dalla popolazione per risollevarsi dalle macerie. Il monumento è composto da un cubo con una grossa fenditura causata dalla violenza delle scosse su cui vi è un orologio fermo alla data e all’ora dell’evento sismico. A lato un uomo che salva una donna con bambino e sullo sfondo un bassorilievo con le scene della ricostruzione. E’ un luogo molto commuovente.
LA METROPOLITANA DI TASHKENT
Vorrei soffermarmi un attimo sulla Metropolitana di Tashkent, molto particolare perchè, pur essendo stata costruita nello stesso periodo, combina l’ideologia sovietica con la cultura uzbeka: la bellezza, l’eleganza e la funzionalità ma con riferimenti alle tradizioni uzbeke.
Sulla Linea Rossa ad esempio troviamo la stazione PAKHTAKHOR: il muro è decorato con un grande mosaico di piante di cotone fiorite ad indicare l’importanza storica del cotone per l’economia uzbeka, mentre la stazione di ALISHER NAVOI testimonia l’importanza nella cultura uzbeka dello scrittore e artista del XV secolo, poeta della Via della Seta. Sotto le brillanti cupole blu della stazione Alisher Navoi – che ricordano le storiche moschee e madrasse della Via della Seta dell’Uzbekistan – i pendolari si spostano tra le due linee più trafficate della metropolitana di Tashkent.
La stazione PUSHKIN commemora l’omonimo autore e poeta. Ma ancora più d’effetto è nella Linea Blu la stazione KOSMONAVTLAR che celebra il programma spaziale sovietico. Il soffitto sembra la Via Lattea e sul muro, interamente ricoperto di piastrelle che sfumano dal celeste al blu intenso, spiccano medaglioni con raffigurati Yuri Gagarin, Valentina Tereshkova e altri famosi cosmonauti sovietici.
Per anni non è stato possibile fotografare le stazioni della metropolitana di Tashkent, a causa della loro funzione militare e strategica: erano infatti pensate anche come rifugio antiaereo nucleare. Il luogo ora è controllato e sicuro e il ticket è talmente economico (circa 20 centesimi di euro) che vale la pena entrare nella Metropolitana anche solo per ammirare le sue stazioni.
PIAZZA DELL’INDIPENDENZA
Un altro luogo simbolo di Tashkent è Piazza dell’Indipendenza. Un tempo chiamata Piazza Lenin, era utilizzata per le grandi manifestazioni pubbliche, oggi è il simbolo dell’indipendenza dell’Uzbekistan, avvenuto solo nel 1991, è una Repubblica molto giovane. Piazza dell’Indipendenza è un luogo enorme che comprende diversi monumenti, come l’Arco della Libertà sostenuto da 16 colonne in marmo e abbellito da cicogne e aironi che simboleggiano la pace.
Poi incontriamo il Monumento dell’Indipendenza: una grande sfera metallica appoggiata su quello che era il piedistallo della statua di Lenin, con in rilievo la mappa dello stato dell’Uzbekistan: indica il riconoscimento della propria indipendenza da parte degli altri stati Mondiali (nel 1992 già faceva parte dell’ONU). Ai piedi di questo mappamondo si trova una statua di donna con un bambino che simboleggia la nuova nata Repubblica e l’immagine della Patria e del suo prospero futuro.
Proseguendo nella Piazza si trova il Monumento della Madre Piangente, costruito in ricordo dei 400mila soldati uzbeki morti nella Seconda Guerra Mondiale, davanti a lei brucia una fiamma eterna e nei due corridoi di fronte sono esposti i libri metallici con incisi i nomi dei defunti.
Sul lato sud, la piazza è circondata da edifici amministrativi e governativi. Tutti questi monumenti e costruzioni della Piazza dell’Indipendenza sono compresi in un ampio parco verde con giardini, alberi e fontane, un luogo frequentato sia dai turisti che dagli abitanti della città.
Un’altra importante piazza di Tashkent è Piazza Amin Temur, vero nome del condottiero del XIV secolo che noi conosciamo come Tamerlano di cui parleremo in seguito, assunto come eroe uzbeko. La statua in bronzo al centro della piazza raffigura Tamerlano in armatura su un cavallo al galoppo. Sullo sfondo si vede l’Hotel Uzbekistan, di architettura sovietica. Da questo luogo, nel cuore di Tashkent, dipartono le otto strade principali della città.
PIAZZA AMIN TEMUR
PARCO NAZIONALE A. NAVOI
Altro parco, polmone verde della città, è il Parco Nazionale A. Navoi dedicato al grande poeta e attraversato da ruscelli e piccoli laghi artificiali.
MUSEO DELLE ARTI APPLICATE
Per chi desidera conoscere le arti e le tradizioni dell’Uzbekistan consiglio di visitare il Museo delle Arti Applicate, ospitato in una deliziosa palazzina decorata del 1933, ex abitazione privata di un diplomatico russo. In ambienti decorati da fontane, colonne in legno, pareti dipinte e rivestite di maioliche sono ospitati gli oggetti dell’artigianato uzbeko: ceramica, tappeti, ricami Suzani eseguiti a mano secondo un disegno prestabilito, gioielleria e abiti tradizionali.
PALAZZO DEI ROMANOV
Si può visitare l’Ex Palazzo del Principe Nikolaj Konstantinovič della casa dei Romanov, costruito nel XIX° secolo e ora metà Museo e metà Ministero degli Affari Esteri.
Altri musei che non abbiamo avuto il tempo di visitare sono il Museo Storico del Popolo dell’Uzbekistan e il Museo delle Belle Arti dell’Uzbekistan.
BAZAR CHORSU
Così come non siamo riusciti ad entrare nel Bazar Chorsu, dove ogni giorno si anima il pittoresco mercato agricolo, con i prodotti delle campagne, i banchi di spezie profumate e di mille colori, oggetti di tessitura, abbigliamento e copricapi tradizionali.
IL COMPLESSO RELIGIOSO DI HAZRATI IMAM
Per avere un primo approccio all’architettura religiosa uzbeka che meglio vedremo nei prossimi giorni, a nord del Bazar si trova il sito storico e religioso più importante di Tashkent, meta sia di turismo internazionale che di pellegrinaggio religioso: il Complesso religioso di Hazrati Imam (Khast Imam) edificato nel XVI secolo e che prende il nome dell’Imam sepolto nel Mausoleo. E’ una grande piazza che comprende diversi edifici disposti sui suoi lati: Due Moschee, la Madrasa di Barakhan e, più centrale, la Madrasa che ospita il Moyie Mubarek, il Museo della Biblioteca dove è custodito il libro del Corano più antico al mondo.
Il Corano del Califfo Osman, fatto su pelle di cervo, risale al VII secolo ed è la prima stesura scritta del Corano dalla tradizione orale. Ne furono scritte 6 copie, ma ne rimangono solo 4 al mondo e quella di Tashkent è la meglio conservata. Arrivò a Tashkent portato da Bassora (nell’odierno Iraq) dallo stesso Tamerlano di ritorno da una campagna militare, poi i russi lo portarono a Mosca alla fine del diciannovesimo secolo e infine fu Lenin nel 1924 a restituirlo come omaggio ai musulmani. In questo complesso religioso è custodito anche un capello del Profeta Maometto, una sacra reliquia per il musulmani, che spiega il grande afflusso di visitatori sempre presente. In questa biblioteca sono conservati anche più di 20mila tra libri e manoscritti e traduzioni del Corano in più di 30 lingue. Purtroppo le foto all’interno non erano ammesse. Il Complesso Religioso di Hazrati Imam costituisce quindi un sito di eccezionale valore sia storico che religioso tale che da solo giustifica una visita di Tashkent.
Tashkent è quindi per lo più una città moderna, rinata nel ventesimo secolo, dove ancora non si respira l’aria magica della leggendaria Via della Seta. Raccoglie però in sé i simboli di un popolo e di una cultura lunga millenni unita alle vicissitudini di una storia molto recente. La parte antica rimasta dopo il terremoto e i musei delle tradizioni costituiscono una sorta di anteprima di quello che vedremo nelle vere città storiche dell’Uzbekistan: Khiva, Bukhara e Samarcanda. Vedremo cose da Mille e una Notte!!!
STAY TUNED