Narra la leggenda che la Valle di Kathmandu un tempo fosse un grande lago infestato dai serpenti, da cui emergeva solo la cima della collina di Swayambhunath, dove ora sorge il Tempio delle Scimmie. Fino a quando la divinità buddhista Manjushri spaccò la montagna con la sua spada fiammeggiante e il lago si prosciugò trascinando dietro di sé tutti i serpenti. Questa leggenda ha un fondo di verità, infatti con l’innalzamento dell’Himalaya tutti i fiumi che scorrevano dal Tibet verso la valle erano rimasti imprigionati formando un grande lago. Fu solo circa 10.000 anni fa che il lago si prosciugò rompendo gli argini nella località di Chobar a 6 km da Kathmandu, dove ancora oggi si può vedere la fenditura tra le montagne in cui scorre il fiume Bagmati. In un paese così impregnato di spiritualità si può dire che la Valle di Kathmandu, di forma ellittica, ricordi la forma di una grande mandala circondata e protetta dalle montagne, dove si sviluppò una cultura unica, frutto dell’incontro di religioni. Qui la popolazione Newar diede libero sfogo ad un’arte e architettura di estrema raffinatezza, culminante in siti sbalorditivi che ancora oggi possiamo ammirare, nonostante la forza distruttrice dei terremoti. La Valle di Kathmandu dal 1979 è un sito del Patrimonio Culturale dell’UNESCO che comprende sette gruppi di monumenti o edifici: le tre Durbar Square (di Kathmandu, Patan e Bhaktapur), i due Stupa di Bodhanath e di Swayambhunath, e infine il sito di Pashupatinath e quello di Changu Narayan (l’unico che non abbiamo visitato). Ma nella Valle di Kathmandu si trovano tanti altri luoghi indimenticabili in cui l’architettura newari ha trovato la sua massima espressione. In questo articolo racconterò brevemente di tanti villaggi che abbiamo visitato in diversi momenti del nostro tour, cercando di cogliere la caratteristica che contraddistingue ognuno di loro.
NELLA VALLE DI KATHMANDU:
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PASHUPATINATH, il Tempio hinduista sul sacro fiume Bagmati
Il nostro secondo giorno in Nepal ci porterà a visitare quattro di questi siti appartenenti alla Valle di Kathmandu, cominciando dal suggestivo Tempio di Pashupatinath, il più importante tempio Hindu del paese dedicato a Shiva nella sua manifestazione di Pashupati, il signore del bestiame. Si narra che Shiva un tempo passò lungo le rive del fiume Bagmati nelle sembianze di un cervo e che il Lingam (simbolo fallico) venerato nel tempio sia un corno spezzato del sacro cervo. Il fiume Bagmati, pur presentandosi sporco d’immondizia e inquinato, per gli hinduisti è considerato un fiume sacro perchè, dopo alcune confluenze, riversa le sue acque nel Gange. Pashupatinath equivale alla indiana Varanasi sul sacro fiume Gange: sui Ghat lungo il fiume avvengono le cremazioni dei defunti, le cui ceneri poi vengono disperse nelle acque. Per noi occidentali può sembrare un rito sconvolgente perchè ti obbliga a meditare sulla morte e a confrontarsi sulla sua percezione nelle culture differenti. E’ evidente che in questo luogo si respiri un’aria densa di spiritualità: mentre sui ghat orientali i santoni celebrano i rituali sulle scalinate in pietra, sulla riva opposta si svolgono i riti di cremazione.
La cerimonia segue un preciso rituale in cui il protagonista è il figlio maschio maggiore: a testa rasata e vestito di bianco, qui simbolo di lutto, prega con i sacerdoti portando in offerta fiori, cibo e soldi per augurare una rinascita migliore. Poi dalla riva opposta del Bagmati vediamo giungere una processione dove il defunto è portato a spalla avvolto in un sudario a volte bianco a volte arancione, il colore sacro, e ricoperto di fiori colorati. Tutto si svolge in modo molto naturale e sereno, nessun atto di disperazione, sembra che la morte venga accettata come inizio di una nuova vita. La tradizione richiedeva che le donne non partecipassero al rito della cremazione perchè i loro pianti non avrebbero permesso all’anima di lasciare il corpo, avrebbero potuto andare ai Ghat solo a cremazione avvenuta. Questa tradizione ora si sta allentando e possiamo vedere qualche donna nella processione che accompagna il defunto.
Il corpo viene adagiato sulla pira preparata accatastando tronchetti di legno e paglia su due strati, viene benedetto con l’acqua del Bagmati e ricoperto con altra legna e fiori. Vicino alla testa viene deposto il suo oroscopo poi il figlio maggiore maschio appicca il fuoco partendo dalla bocca per aiutare l’anima a separarsi dal corpo e ha inizio la cremazione che durerà qualche ora, poi le ceneri rimaste verranno disperse direttamente nel fiume sacro. I corpi delle persone più importanti vengo cremate sui ghat più vicini al tempio, prima del ponte.
Il tempio di Pashupatinath, che nel suo nucleo originario risale al VI secolo, é un bellissimo edificio a pagoda a due livelli con la copertura dorata. Al suo interno custodisce un sacro Lingam di Shiva alto un metro che non siamo riusciti a vedere perchè solo gli hinduisti possono entrare nel tempio. Abbiamo però assistito alla processione dei fedeli in fila per portare le offerte al tempio, vestiti negli abiti della festa dai colori sgargianti e guardando oltre il monumentale portone d’ingresso abbiamo intravisto l’enorme statua dorata di Nandi, il toro di Shiva.
Dall’altra parte del fiume, sul versante di una collina, si trova un complesso di tanti piccoli tempietti che custodiscono Lingam e da cui si può godere di una vista che abbraccia tutto il complesso di Pashupatinath.
Qui è facile incontrare i SADHU, santoni hindu che hanno abbandonato tutto per intraprendere la ricerca spirituale. Li riconosci dal loro caratteristico aspetto: vestiti di rosso o arancio, corpo cosparso di cenere e capelli arruffati ti applicano il Tika in fronte, un puntino di polvere rossa e olio di senape, simbolo della benedizione degli dei.
BODHNATH lo Stupa più grande dell’Asia
Lo stupore è immenso quando arrivi nell’enorme piazza circolare che ospita l’imponente Stupa!!! La vista si abbaglia per il candore della calce che lo riveste e per il contrasto con le colorate bandiere di preghiera che partono a raggera dalla cupola dorata del Buddha. E’ un luogo di profonda spiritualità dove nepalesi, monaci buddhisti e turisti si ritrovano insieme a compiere il giro rituale in senso orario muovendo le ruote di preghiera.
Gli stupa erano templi destinati a custodire le ceneri e le reliquie del Buddha, ma possono contenere anche resti dei lama. Come detto per lo stupa di Swayambhunath (il tempio delle scimmie) ogni parte dell’edificio ha un significato simbolico: la base quadrata (terra) la cupola semisferica (acqua) la guglia (fuoco) i 13 elementi che simboleggiano i gradini della illuminazione, la luna crescente (aria) e infine la guglia che rappresenta la sacra luce del Buddha. Sui quattro lati della torre rettangolare centrale ci sono gli occhi del Buddha che tutto vedono, in tutte le direzioni e quello che sembra un punto interrogativo tra gli occhi è il numero 1 in lingua nepalese che simboleggia l’assolutezza del Buddha.
Lo stupa di Bodhnath ha origini antiche, fu costruito nel 600 d.C. sulla rotta commerciale tra il Tibet e Kathmandu. Qui i mercanti tibetani si fermavano a pregare prima di mettersi in viaggio verso le alte vette dell’Himalaya. E qui si rifugiarono i tibetani profughi fuggiti dalla Cina nel 1959.
Nei palazzi che circondano lo stupa ad anfiteatro, si trovano Monasteri tibetani e botteghe dove fabbricano e vendono ciò che serve per il loro culto: mandala, ruote di preghiera, lampade a burro, campane tibetane… Siamo entrati in un monastero tibetano con una immensa ruota di preghiera e un terrazzino panoramico che si affaccia sulla piazza: un posto incantevole!!!
PATAN “la Bella”
Detta anche Lalitpur, “città della bellezza” in sanscrito, era una delle tre maggiori città stato insieme a Kathmandu e Bhaktapur ed ora si trova inglobata all’interno del raccordo anulare della capitale, il Ring Road. Il centro di Patan è delimitato da quattro stupa che, secondo la leggenda, furono costruiti dall’imperatore indiano Ashoka nel III Sec. a.C. Il suo Durbar Square (sito Patrimonio Mondiale UNESCO) è incantevole, ancora più ricco di quello di Kathmandu per sculture e templi, tutti ornati da finissimi decori in pietra, legno e perfino oro nel meraviglioso Palazzo Reale che si sviluppa intorno ad una labirintica e sorprendente serie di cortili comunicanti.
Da uno di questi cortili, passando attraverso la Porta d’Oro (Sun Dhoka) finemente incisa e rivestita d’oro, si accede al Patan Museum che espone una delle più prestigiose collezioni di arte sacra dell’Asia.
Il Mul Chowk è il cortile più antico e di maggiori dimensioni del Palazzo Reale. E’ un ambiente straordinario, al centro si vede un tempietto dorato con un palo a cui venivano legati gli animali destinati al sacrificio, poi un Tempio dedicato a Taleju con la porta dorata affiancata dalle raffigurazioni delle dee fluviali, il Gange e Jamuna e infine altri due templi con tetti tripli a pagoda. Le decorazioni in questo cortile sono incantevoli e raffinatissime.
Il Sundari Chowk contiene una vasca in pietra, decorata con pietre incise raffiguranti le divinità, che era utilizzata dai re per le abluzioni rituali. E intorno alle vasche non può mancare il riferimento al serpente.
Poco distante si trova il Tempio d’Oro, uno straordinario tempio buddhista chiamato così perchè rivestito di lamine dorate. Le statue di due elefanti custodiscono l’entrata che conduce ad un cortile interno.
L’edificio più notevole di Patan è il Krishna Mandir, un tempio hindu particolare perchè realizzato in pietra intagliata e non mattoni e legno. E’ un capolavoro architettonico di chiara influenza indiana, come si può notare dalla guglia a shikkara, ed è il tempio in pietra più antico del Nepal.
BHAKTAPUR “la Devota”
A 10 km dal centro di Kathmandu si trova la terza città stato medievale del Nepal: Bhaktapur detta anche la città dei Devoti per la quantità dei suoi templi. E’ la città che ha subito meno distruzioni dal terremoto del 2015 e quella che ha mantenuto meglio l’atmosfera di villaggio medievale grazie alla conservazione dei suoi templi e alle strade acciottolate pedonali.
Bhaktapur fu la prima sede del potere della dinastia Malla fino alla unificazione del regno nel 1768 e lo si vede dalla ricchezza e raffinatezza delle decorazione dei suoi palazzi in stile newari. Quando Kathmandu diventò la capitale del nuovo stato del Nepal, Bhaktapur perse prestigio e diventò una città di mercato secondaria. Per questo motivo si è tramandata fino a noi così autentica, ne abbiamo una traccia evidente nelle sue piazze destinate alla produzione e vendita dell’artigianato locale. Come Potter’s Square, la piazza dei vasai, costellata di torni da ceramista e vasi in argilla ad asciugare al sole. Bhaktapur è rinomata anche per la lavorazione del legno e dei metalli.
La piazza principale è sicuramente il Durbar Square, parte del sito Patrimonio Mondiale dell’UNESCO della Valle di Kathmandu. La Porta d’Oro che conduce all’interno del Palazzo Reale è uno splendore, tra mattoni rossi su pareti bianche sfoggia una lavorazione a sbalzo su foglia d’oro tra le più raffinate mai viste.
A destra della Porta d’Oro si trova il Palazzo dalle 55 finestre in riferimento alle finestre fittamente scolpite e decorate dell’edificio.
Nella piazza adiacente, la TAUMADHI TOLE, svetta la punta del tempio più alto di tutto il Nepal, il TEMPIO DI NYATAPOLA alto 30 metri e costruito in modo talmente proporzionato e solido che è sopravvissuto a tutti i fortissimi terremoti della storia del Nepal. E’ stupefacente la scalinata di accesso al tempio, costeggiata dalle statue in pietra dei suoi guardiani: in primis coppie di lottatori, poi a salire coppie di elefanti, leoni, grifoni e infine due dee. L’immagine del Tempio di Nyatapola compare spesso nelle copertine delle riviste o sui manifesti che pubblicizzano l’arte sacra nepalese per la sua bellezza eccezionale.
A 500 metri si trova un’altra incantevole piazza, TACHUPAL TOLE. Oltre a visitare il Palazzo Pujari Math (in passato abitazione dei sacerdoti hindu ed ora Museo dell’Intaglio del Legno) soffermatevi ad osservare da vicino la “Finestra del Pavone” così minuziosamente scolpita ed intagliata da guadagnarsi il titolo di “Monna Lisa” del Nepal per la sua enigmatica bellezza.
Penso che Bhaktapur, delle tre città stato medievali, sia quella che ho apprezzato maggiormente, ma questo è un giudizio personale ed è davvero difficile scegliere tra tanta bellezza. Ah dimenticavo: Bhaktapur è la città del “Re degli Yogurt” il juju dhau, lo yogurt compatto più ricco e cremoso del mondo!!! E’ considerato un dessert quindi è zuccherato e leggermente speziato. Il posto migliore in cui assaggiarlo è nei locali che si trovano nelle viuzze intorno a Durbar Square. Cercate l’immagine di una ciotola di yogurt nelle insegne dei locali, lì troverete lo yogurt migliore e il più autentico.
KIRTIPUR “la città della Gloria”
Kirtipur probabilmente è la città medievale più autentica della valle di Kathmandu, sottovalutata dalla maggior parte dei turisti pur trovandosi ad appena 5 km dalla capitale. E’ un paese tranquillo in cui è più facile trovarsi a contatto con la popolazione locale e ammirare i monumenti senza l’affollamento delle più conosciute Durbar Square.
Anche Kirtipur visse il suo periodo di massimo splendore nel periodo delle dinastie Malla. Quando nel 1768 Prithvi Narayan Shah, considerato il padre dello stato del Nepal, scese per conquistare le città stato della Valle di Kathmandu, gli abitanti di Kirtipur opposero una strenua resistenza. Al terzo tentativo di assedio, complice un tradimento, le truppe Gorkha di Shah riuscirono ad entrare in città e per rappresaglia tagliarono naso e bocca a tutti gli uomini di età superiore ai 13 anni. I coltelli utilizzati in quella macabra occasione sono ancora esposti, allineati come fossero una decorazione, sotto il terzo tetto del Tempio di Bagh Bhairab. E’ il tempio Hindu più importante di Kirtipur, dedicato a Bhairab, nelle sembianze di tigre, come protettore della città.
Il Tempio di Uma Maheshwar si trova nella posizione più alta della collina su cui si inerpica la città, punteggiata da templi, stupe e case in stile newari. Fu qui che fallì l’ultima resistenza degli abitanti. Il tempio è preceduto da una scalinata affiancata da una statuaria coppia di elefanti in pietra.
Questi sono i due monumenti più importanti, ma tanti altri ne potete osservare passeggiando per questo centro medievale.
Per l’importanza della sua storia e dei suoi monumenti è inspiegabile che Kirtipur non sia stata compresa nel Sito Patrimonio Culturale dell’UNESCO della Valle di Kathmandu, ma potrebbe presto farne parte in quanto dal 2020 è uno dei siti candidati in fase di valutazione.
Ringrazio come sempre l’agenzia che mi ha accompagnato in questo viaggio con una professionalità e un’organizzazione unica, apprezzando anche la scelta di appoggiarsi in loco a guide e tour operator attenti al bene del paese e alla sua popolazione.
Quindi GRAZIE a I VIAGGI DELL’ARCOBALENO, pensando già al prossimo viaggio!!!
Altri miei racconti di viaggio in questa terra fantastica:
KATHMANDU, la Grande e il Tempio delle Scimmie
TO BE CONTINUED…..