Dieci ore di aereo e ti trovi catapultato in un altro mondo!!! Questo è il bello dei viaggi: devi dimenticare da dove sei venuto per apprezzare e assorbire quella moltitudine di sensazioni che ti avvolgono, devi lasciare le tue convinzioni per poter capire, devi sospendere ogni giudizio e ogni paragone per poter conoscere. Devi aprire cuore e mente!. Siamo a Kathmandu, la capitale del Nepal, le grigie strade trafficate, rumorose, e dall’aria irrespirabile per polvere e smog contrastano con i colori che scorrono al lato della strada: templi e altari ornati da corone di tageti gialli, bandiere di preghiera colorate, donne avvolte in un sari rosso che portano offerte variopinte alle divinità, venditori di frutta: tutto è colore e tutto è pace… nonostante il caos.
SWAYAMBHUNATH il Tempio delle Scimmie
Dopo una breve pausa nel nostro hotel cominciamo a visitare Kathmandu dall’alto di una collina che domina la città, il panorama sarebbe fantastico se non ci fosse quella coltre di foschia ad offuscarne la vista, ma il luogo è comunque incantevole, affascinante e stupefacente come primo impatto con la cultura nepalese.
Sulla collina si trova un antico tempio buddhista dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO che porta un nome difficile da pronunciare e da ricordare: SWAYAMBHUNATH, chiamato da tutti il Tempio delle Scimmie perchè invaso da un’infinità di dispettosi macachi pronti a strapparti cibo, occhiali o quel che capita.
E’ un luogo di pellegrinaggio tra i più importanti, secondo solo a Bodhnath, e uno degli edifici più antichi del Nepal, sembra infatti che sia stato fondato nel V secolo d.C. e poi ristrutturato più volte nei secoli successivi. Il modo più suggestivo per raggiungerlo è la scalinata dei pellegrini, costruita dal re Pratap Malla nel XVII secolo: 365 ripidi gradini in pietra che salgono lungo il fianco della collina, uno per ogni giorno dell’anno.
Arrivati in cima alla scalinata la fatica è ripagata dallo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi: un grande Stupa bianco adornato di multicolori bandiere delle preghiere, rintocchi di campane, pellegrini e turisti insieme che compiono il cammino rituale in senso orario intorno al tempio girando le ruote di preghiera con la mano destra… anche un gruppetto di giovani monaci buddhisti partecipa alla preghiera. Tra la fine della scalinata e lo stupa, su un piedistallo, è posta una folgore di ottone, simbolo buddhista del potere dell’illuminazione che sconfigge l’ignoranza, e due leoni di guardia. Anche la struttura dello stupa ha una precisa simbologia che si ripete, come modello, in tutti questi tipi di templi: la cupola bianca rappresenta la terra, l’elemento a 13 livelli che sembra una torre simboleggia i 13 stadi che conducono al Nirvana, gli occhi del Buddha sono rivolti verso i quattro punti cardinali ad indicare la compassione che tutto vede, quello che a noi può sembrare un punto interrogativo posto sotto i suoi occhi, in realtà è il numero 1 in lingua nepali ad indicare l’unità, infine il terzo occhio rappresenta la capacità di intuizione del Buddha. Dalla sommità dello stupa si irradiano innumerevoli bandiere di preghiera colorate appese a fili in un preciso ordine (blu, bianco, rosso, verde e giallo) che rappresentano i cinque elementi naturali; si dice che i mantra contenuti nelle bandiere siano portati in cielo dal Cavallo del Vento.
Tutta la spianata dello stupa è un intreccio di monumenti religiosi sia buddhisti che hinduisti, che, come vedremo durante tutto il nostro viaggio in Nepal, spesso coesistono nello stesso luogo. C’è un punto, davanti alla struttura che ospita i monaci buddhisti, da cui si possono vedere affiancate le tre tipologie architettoniche dei templi nepalesi: il tempio a stupa, il tempio a pagoda e il tempio Sikhara di tipo indiano a “pannocchia”.
Disposte intorno allo stupa possiamo vedere anche una statua del Buddha della Luce che risale al VII secolo (la statua nera di Dipankara) e un Gompa con una statua dorata del Buddha molto frequentato dai pellegrini che vi portano le offerte.
Soddisfatti ed appagati dalla visita di questo luogo così impregnato di spiritualità ci rituffiamo nel caos del traffico cittadino. Alcune strade sono in terra battuta causa lavori, con grandi voragini che il nostro pulmino cerca di evitare spostandosi da una corsia all’altra, ai lati delle strade pali con grovigli di fili che sembrano matasse e un insistente suono di clacson di auto e motorini che altro non è che un modo di comunicare per sopperire ad un’inesistente codice stradale. Una giungla urbana molto affascinante!!.
SWAYAMBHU BUDDHA PARK
Ai piedi della collina del Tempio delle Scimmie, si trova questo piccolo parco con tre immense statue del Buddha dorate. E’ un angolo tranquillo della capitale e frequentato soprattutto dagli abitanti della città e da una moltitudine di scimmie. Fate attenzione a cappelli, occhiali e cibo, sono di una velocità impressionante!!!
KATHMANDU CITTA’ VECCHIA: DURBAR SQUARE
Poi arriviamo al cuore di Kathmandu, il centro del potere del periodo dei Malla, la piazza del Palazzo dove un tempo venivano incoronati i re della città: DURBAR SQUARE iscritta nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO. In realtà Durbar Square è formata da tre piazze asimmetriche collegate tra loro, costellate da innumerevoli templi e palazzi. Delle tre città-stato del Nepal, la Piazza di Kathmandu è quella che più ha sofferto le scosse telluriche del 2015, molti templi crollarono o risultarono gravemente danneggiati. Ancora si vedono palazzi puntellati con travi di legno, altri circondati da impalcature in bambù. In otto anni molto è stato ricostruito o restaurato e, nonostante molti monumenti siano andati perduti, c’è ancora tanto da vedere in questa meravigliosa piazza.
Molti sono i templi che dominano Durbar Square, di diversi stili ma la maggior parte a pagoda: alla fine del settecento la magnificenza della piazza era tale che un ufficiale dell’esercito britannico scrisse di Kathmandu: “il numero dei templi rivaleggia con quello delle case”. Se ancora adesso lo stupore è grande non oso pensare come doveva essere prima dei tragici terremoti del 1934 e del 2015.
HANUMAN DHOKA Il palazzo Reale
Punto centrale della piazza è il palazzo reale chiamato HANUMAN DHOKA, dalla statua del dio scimmia (Hanuman) ormai ricoperta quasi totalmente da pasta arancio/vermiglio come segno di devozione, che si trova davanti alla porta di ingresso principale (Dhoka). La parte interna originaria risale al periodo dei Licchavi (IV-VIII secolo) e fu considerevolmente ampliata dal re Pratap Malla nel XVII secolo fino ad arrivare a comprendere 35 cortili interni (Chowk), dopo il terremoto del 1934 ne rimangono dieci. Il palazzo ha avuto pesanti danni anche dall’ultimo sisma del 2015 e molti spazi sono ancora chiusi alle visite. Tali cortili interni sono una meraviglia dell’arte newari, circondati da palazzi costruiti in mattoni e rifiniti in legno finemente intagliato su porte, finestre, tetti e balconi con una raffinatezza unica.
Da menzionare in particolare il NASAL CHOWK che era il luogo di incoronazione dei Rana fino al 2001 e presenta ancora la piattaforma rialzata utilizzata dai sovrani.
Poi il LOHAN CHOWK è un meraviglioso cortile ai cui quattro angoli svettavano quattro torri che portavano il nome delle maggiori città della Valle di Kathmandu: la Torre di Basantapur (Kathmandu) e la Torre di Bakhtapur, parzialmente crollate con il terremoto, poi la Torre di Kirtipur e la Torre di Patan. La Torre di Basantapur pur sembrando un tempio, è un palazzo costruito durante il regno Shah come “dimora di piaceri”, in origine era alta nove piani ma ha perso gli ultimi due con le recenti scosse.
Nel lato orientale della Durbar Square si trova un edificio bianco in stile neoclassico, il GADDHI BAITHAK, costruito nel 1905 come parte del palazzo, forse ad imitazione della National Gallery di Londra. Fu costruito dai Rana dopo un viaggio in Europa per accogliere le delegazioni straniere. Sulla facciata è presente un balconcino da cui si affacciavano i regnanti e gli ospiti per assistere alla grande festa della Indra Jatra, importante festa religiosa che si svolge in settembre. La sua architettura è in forte contrasto con il resto della piazza.
LE RAFFIGURAZIONI DI BHAIRAB
Altri elementi curiosi presenti nella piazza sono le due immagini di Bhairab, la forma terrificante di Shiva. Il Bhairab bianco (SETO BHAIRAB) è una grande maschera di fine 700 nascosta dietro a una grata che viene aperta solo durante la festa di Indra Jatra. In quell’occasione il volto di Bhairab è ricoperto da riso e fiori, dalla sua bocca terrificante esce un getto di birra e la gente si accalca per assaggiare la “benedizione della divinità”.
Il Bhairab Nero (KALA BHAIRAB) è una statua in cui la divinità è raffigurata nelle sue sembianze più mostruose con sei braccia e una ghirlanda di teschi mentre sta calpestando un cadavere simbolo dell’umana ignoranza. Si dice che mentire di fronte alla sua immagine provochi la morte istantanea e che venisse usata come giudizio durante i processi.
KHUMARI BAHAL
A Sud del Palazzo Reale, dove Durbar Square incontra Basantapur Square si trova un edificio a tre piani in mattoni rossi: è la Kumari Bahal, dove abita la KUMARI DEVI, la dea bambina. Tutti i giorni, in orari stabiliti, la dea si mostra a devoti e turisti alla finestra che si affaccia sul Kumari Chowk, il cortile interno. E’ un cortile a tre livelli con finestre e balconi in legno scuro finemente scolpiti che contrastano con il rosso dei mattoni. Un capolavoro dell’arte newari che lo rende probabilmente il più bel cortile di tutto il Nepal. Tutti aspettano, sguardo alzato in religioso silenzio che la dea appaia alla finestra, poi eccola: vestita di rosso con un copricapo dorato sulla testa e gli occhi truccati. In silenzio col fiato sospeso, una visione che dura giusto pochi attimi poi lentamente, eterea si ritrae, non un sorriso, non un gesto con la mano , perchè lei è una dea.
👉 Se vuoi saperne di più sulla Khumari Devi, la dea bambina leggi qui
BASANTAPUR SQUARE
Il lato esterno a Sud dell’Hanuman Dhoka è fiancheggiato dalla Basantapur Square, una piazza di mercato dove sono esposti oggetti di artigianato locale: campane tibetane in metallo, collane e altra bigiotteria, maschere e statue in legno, piccole ruote di preghiera e molto altro. E’ consuetudine mercanteggiare sul prezzo della merce fino allo sfinimento, attitudine che non mi appartiene per la gioia dei commercianti!!!
Le terrazze dei palazzi che circondano la piazza spesso ospitano locali di ristorazione panoramici, così ne abbiamo approfittato per rinfrescarci con qualcosa di freddo oppure, com’è usanza nei paesi caldi, bevendo qualcosa di bollente: è lì che ho scoperto una tisana ottenuta con acqua bollente, limone, miele e zenzero gustosissima, salutare e anche depurativa, la chiamano Hot Lemon Honey with Ginger. Degustata con una vista spettacolare sulla piazza e sulla Basantapur Tower.
FREAK STREET
E proprio ai nostri piedi comincia la Jhochhen Tole, una strada nota come Freak Street, che nel suo nome ricorda gli anni 60-70 quando era un luogo di ritrovo per gli Hippy di tutto il mondo in cerca di hashish legale. In Nepal a quei tempi il consumo di hashish era legalizzato (non ora), erano perfino organizzati servizi di autobus dall’aeroporto a Freak Street per facilitare i trasferimenti. Nella via c’erano hotel economici, ristoranti, negozi d’erba e di dolci con il sottofondo musicale degli stereo a tutto volume. Ora la strada più famosa di Kathmandu si è riconvertita alla ristorazione proponendo locali di cucina tipica nepalese.
La nostra giornata finisce con una passeggiata per raggiungere il nostro albergo situato nel quartiere Thamel, il quartiere turistico di Kathmandu dove si trovano i migliori Hotel e ampia scelta di negozi.
Ringrazio come sempre l’agenzia che mi ha accompagnato in questo viaggio con una professionalità e un’organizzazione unica, apprezzando anche la scelta di appoggiarsi in loco a guide e tour operator attenti al bene del paese e alla sua popolazione.
Quindi GRAZIE a I VIAGGI DELL’ARCOBALENO, pensando già al prossimo viaggio!!!
Altri miei racconti di viaggio in questa terra fantastica:
LA VALLE DI KATHMANDU Patrimonio Culturale UNESCO
TO BE CONTINUED…..