Perchè scrivere un alfabeto della cultura indiana? Nel mio viaggio nel Triangolo d’Oro in India ho scoperto che nulla è per caso! E’ evidente come in India ogni dettaglio racchiuda un significato intrinseco che rivela la sua ricchezza culturale e spirituale. Ogni gesto, ogni simbolo, ogni rituale ha un significato specifico. Perchè allora non soffermarmi a pensare in modo più profondo a ciò di cui sono stata testimone in India? Dopotutto l’India è la patria dello Yoga e della Meditazione.…
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L’alfabeto della cultura indiana dalla A alla Zeta
Ecco come nasce questo alfabeto della cultura indiana! Ogni voce dell’alfabeto parla dell’incontro con la cultura indiana durante il viaggio nel Triangolo d’Oro in India. Parla di storia, di cultura, di spiritualità, di feste e tradizioni con l’aggiunta di alcune curiosità. Vediamole insieme
A come AYURVEDA
L’Ayurveda è un sistema di medicina tradizionale praticata in India fin dall’antichità, che ricerca l’equilibrio tra corpo, mente e spirito. Secondo l’Ayurveda il corpo è regolato da tre Dosha, le energie vitali, che devono essere in equilibrio per godere di una buona salute. Le cure Ayurvediche sono dunque finalizzate a ristabilire un equilibrio, quindi personalizzate a seconda del dosha in squilibrio. Consistono in trattamenti con oli ed erbe, tisane con erbe naturali, una dieta alimentare specifica e attività fisica come yoga e tecniche di rilassamento.
Nel Kerala, nel Sud dell’India, si trovano le migliori cliniche Ayurvediche ma la medicina tradizionale è praticata in tutto il Paese.
B come BEATLES
Persino i Beatles subirono il fascino della cultura orientale! Nel 1968 il gruppo si recò in India per frequentare un Corso di Meditazione Trascendentale tenuto dal Guru Maharishi Mahesh Yogia. L’Ashram si trovava vicino a Rishikesh, un luogo di ritiro sul Gange e ai piedi dell’Himalaya conosciuto come la “Capitale Mondiale dello Yoga“.
C come CHAI
La parola “Chai” significa semplicemente Tè. L’India è il maggior produttore al mondo di Tè, che è destinato quasi totalmente al consumo locale: ne esporta infatti solo il 15-20%. Si potrebbe chiamare la bevanda nazionale!!! Furono gli inglesi a introdurre la produzione del Tè in modo intensivo e il suo utilizzo come infuso.
Io adoro in particolare il Masala Chai, che significa letteralmente Tè Speziato. E’ un gustoso tè nero addolcito con zucchero e latte, cotto insieme a spezie come il cardamomo e lo zenzero. Assolutamente da assaggiare!!!
D come DHAL
Il Dhal, o anche Dal, è uno dei piatti più comuni e tradizionali della cucina indiana: è inevitabile trovarlo nei locali in India ma anche nei ristoranti indiani in Italia. E’ uno stufato di lenticchie (a volte anche di altri legumi) cucinato con spezie ed è la maggior fonte di proteine sulla tavola degli indiani. E’ un piatto nutriente e gustoso, davvero ottimo se non fosse a volte troppo piccante! Viene spesso servito con riso o pane Chapati (dalla forma piatta e tonda a base di farina semi integrale) oppure pane Naan (di spessore maggiore e impastato con lo yogurt).
E come ELEFANTE
In India, l’elefante ha una grande importanza culturale e simbolica. È associato a diversi aspetti della tradizione e della spiritualità indiana. L’elefante è simbolo di forza, potenza e perseveranza. La sua immagine è spesso utilizzata per rappresentare la capacità di superare le sfide e affrontare le difficoltà con determinazione. L’elefante è considerato anche un portatore di buona fortuna e prosperità. L’immagine di un elefante con la proboscide alzata è particolarmente associata a energie positive e prosperità.
Inoltre l’elefante è un animale sacro in molte tradizioni indiane ed è spesso associato a diverse divinità. Come Ganesh, il dio della saggezza e della fortuna, una delle divinità più amate e venerate dell’induismo. Ganesh è rappresentato come un dio con testa di elefante ed è considerato il signore della saggezza, dell’intelligenza e delle nuove iniziative. La sua immagine è spesso invocata all’inizio di nuovi progetti o avventure.
F come FORTEZZE
L’India è punteggiata da numerose fortezze storiche che testimoniano il ricco patrimonio culturale e storico del paese. Nel mio viaggio in Rajasthan e Uttar Pradesh ho visitato diversi Forti del periodo Moghul: si può dire che ogni città abbia avuto la propria fortezza!
Dal raffinato Forte di Amber vicino a Jaipur al Forte Rosso di Delhi in arenaria rossa, fino all’eleganza del Forte di Gwalior. Da non perdere il possente Forte Rosso di Agra, di una vastità inimmaginabile, frutto degli ampliamenti di 3 re Moghul. Cominciato in pietra arenaria rossa dal Re Akbar fu terminato dal re Shah Jahan (colui che edificò il Taj Mahal) in marmo bianco intagliato. E qui fu tristemente rinchiuso dal figlio nei suoi ultimi sette anni di vita, fino alla morte.
G come GANGE
Il fiume Gange è molto più di un corso d’acqua per il paese, rappresenta un simbolo culturale, religioso e spirituale di grande importanza. il Gange è considerato una dea, con il nome di Devi Ganga. Secondo la leggenda, Ganga è discesa dal cielo sulla terra attraverso i capelli di Shiva, portando con sé il potere purificatore delle acque divine. Il Gange è considerato uno dei fiumi più sacri nell’induismo.
La gente crede che le acque del Gange abbiano proprietà purificatrici e che il bagno nel fiume possa liberare dalle impurità spirituali. Molti pellegrini vengono al Gange per partecipare a rituali religiosi e fare il bagno durante importanti festività. Inoltre, secondo le credenze hindu, morire vicino al Gange ed essere cremati sulle sue sponde aiuta a rompere il ciclo della Rinascita e ad ottenere la liberazione dall’eterno ciclo di nascita e morte. I luoghi sul Gange più importanti sono Varanasi ed Haridwar.
G anche come Ghat!
I Ghat sono le scalinate che scendono al fiume per permettere ai fedeli induisti di celebrare i propri rituali.
H come HOLI
Il Festival di Holi o “Festa dei colori” è la festa religiosa più vivace e colorata a cui assistere in India. E’ una festa tradizionale in cui si celebra la rinascita interiore dell’uomo, la vittoria del bene sul male e l’arrivo della primavera.
Non si svolge in una data precisa perchè si celebra nella prima notte di luna piena di marzo, seguendo il calendario indiano. Occorre precisare che si scrive proprio “Holi” e non ha niente a che vedere con la parola inglese “Holy”. Il termine Holi indica l’atto di bruciare il negativo. La festa infatti si svolge in due fasi: la sera del plenilunio viene acceso un grande falò in cui si brucia idealmente il male. In modo rituale vengono lasciati tutti i dolori e le afflizioni sulla pira per abbracciare la vita in tutta la sua bellezza.
Il giorno seguente è il giorno della festa! L’inno alla gioia e ai colori! Al ritmo della musica vengono gettate vernici e polveri colorate mescolate ad acqua sulla folla che canta e balla per le strade. E’ una festa a cui possono partecipare anche i turisti. E dev’essere un’esperienza indimenticabile!!!
I come INDUISMO
L‘induismo è una delle religioni più diffuse ed antiche al mondo, praticato soprattutto in India, Mauritius e Nepal. Nell’induismo si celebrano una infinità di divinità, tra cui le maggiori sono Brahma, Vishnu e Shiva. Brahma il Creatore, Vishnu il Preservatore e Shiva il Distruttore e Trasformatore sono le tre forme di dio conosciute come la Trimurti. A queste si aggiungono molte altre divinità e figure mitologiche.
Nell’Induismo si crede alla Reincarnazione, un ciclo continuo di vita e di morte! Le anime delle persone si reincarnano più volte in altri individui o animali cercando di progredire spiritualmente verso la liberazione finale dal ciclo della rinascita.
Un viaggio in India offre un’affascinante immersione nell’Induismo, lo si incontra in ogni aspetto della vita quotidiana e della cultura. La spiritualità è palpabile!!! Il suono delle campane nei Templi e il profumo di incenso creano un’atmosfera mistica. Mentre i sacerdoti recitano preghiere e benedizioni, i devoti portano colorate offerte alle divinità. Quello che colpisce dell’India sono i colori e i sorrisi!
Lungo le sponde dei fiumi sacri come il Gange, si svolgono poi le cerimonie sacre, con i pellegrini che fanno bagni purificatori per liberarsi da peccati e impurità. Poco prima del tramonto è facile imbattersi nel rituale della Puja, le preghiere della sera.
L come LOTO
Il fiore di loto ha una profonda importanza simbolica e spirituale in India ed è associato a diverse tradizioni culturali e religiose. Il fiore di loto è simbolo di purezza, poiché cresce in acque fangose ma sboccia in una bellezza immacolata. Questo simbolismo rappresenta l’idea che, nonostante le sfide della vita, è possibile raggiungere uno stato di purezza e illuminazione.
Non a caso sia il Buddha che la divinità induista Brahma sono rappresentati sopra un fiore di loto. Il fiore, stilizzato, lo si trova spesso anche come decorazione sugli edifici storici.
E’ un simbolo talmente importante da dare forma alla massima espressione del culto bahá’í: Il Tempio del Loto a New Delhi. Si tratta di un edificio davvero sorprendente composto da 27 petali rivestiti in marmo e circondato da 9 giardini e 9 piscine tanto da sembrare un fiore galleggiante! Fu progettato dall’architetto iraniano-canadese Fariborz Sahba e, inaugurato nel 1986, ha vinto diversi premi di architettura.
E’ un edificio di culto aperto a tutti, indipendentemente dalla religione. Non vi sono statue, immagini religiose o altari, qui ogni persona può pregare liberamente il suo dio in assoluto silenzio. Questo rende il Tempio di Loto un luogo perfetto per meditare e immergersi in tutta la serenità e la tranquillità dell’interno del Fiore di Loto.
M come MAHATMA GANDHI
Tutti conosciamo Mahatma Gandhi e la sua immensa importanza per l’India e per il mondo intero! Gandhi (1869-1948), leader politico e spirituale, è stato il principale artefice della lotta non violenta per l’indipendenza dell’India dal dominio britannico. Gandhi ha promosso il concetto di “satyagraha” (la forza della verità). Ha condotto campagne di disobbedienza civile, guidando il movimento per i diritti civili e l’autonomia nazionale. La sua filosofia ha influenzato movimenti di resistenza e difesa dei diritti umani in tutto il mondo. Ispirando personalità come Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi.
A Delhi, sulle sponde del fiume Yamuna, una piattaforma in marmo rivestita di fiori colorati, ricorda il luogo dove Mahatma Gandhi fu cremato in seguito al suo assassinio. Il Raj Ghat, così si chiama, ora è un bel giardino curato e luogo di pace. All’interno si trova il Museo Memoriale di Gandhi che ospita la pistola con la quale fu assassinato. Molto significativa le sue parole: “Sii il cambiamento che tu speri di vedere”!!!
N come NAMASTE
Namaste è la forma di saluto più comune in India e conosciuta in tutto il mondo (anche grazie allo Yoga). Può essere utilizzato sia quando ci si incontra che quando ci si lascia. Si pronuncia con le mani giunte all’altezza del petto, della fronte o del mento e compiendo un leggero inchino con la testa.
Ma cosa significa esattamente Namaste? Letteralmente significa “Mi inchino a te” ma è implicito un significato molto più profondo! Nell’induismo infatti si crede che Dio risieda in tutta l’umanità: dicendo Namaste, si riconosce la sacralità nella persona che incontriamo. Il saluto assume quindi una valenza spirituale e il significato di “Saluto il divino che c’è in te“. Come dicevo riguardo alla cultura indiana, in India tutto ha un significato profondo, nulla è per caso!
O come OM
L’Om è il simbolo sacro per eccellenza e il mantra più importante della religione Indù. E’ considerato il suono primordiale che ha dato origine alla creazione del mondo. Secondo l’induismo infatti prima Dio ha creato il suono, poi le sue frequenze hanno generato l’Universo. Recitare l’Om significa quindi entrare in connessione con la saggezza dell’Universo, con l’origine della vita. Per questo viene pronunciato sia all’inizio che alla fine della lettura dei testi sacri, i Veda.
Il mantra, ripetuto in genere per almeno 21 volte, aiuta ad eliminare i pensieri negativi, a ridurre lo stress e a rasserenare la mente. Spesso gli induisti per recitare l’Om usano il Japa mala, l’equivalente del nostro rosario.
P come PUJA
Ho assistito al rito della Puja sul Gange ad Haridwar e Rishikesh e posso dire che è un’esperienza indimenticabile! Ma cos’è la Puja? E’ la preghiera rituale dell’induista, un atto di adorazione e rispetto. E’ una pratica fondamentale che si svolge alla mattina e alla sera e può essere effettuata in modo breve anche nelle case, oppure in modo completo nei templi o lungo il fiume.
Nel rituale si invita la divinità a discendere in una immagine e verrà trattata come un ospite! La si invita a sedersi, si offre acqua per lavarsi, cibo e bevande, vestiti e incenso, in un rituale che prevede 16 passaggi. Ad Haridwar ad esempio si venerava una piccola statua che impersonificava il fiume Gange, adornata di fiori e candele e posta sul Ghat davanti ai devoti.
Assistere ad una Puja significa percepire la vera spiritualità del popolo indiano!
Q come QUTUB MINAR
Il Complesso del Qutub Minar si trova a Delhi. La sua importanza risiede nel fatto che è la prima testimonianza della presenza musulmana in India. Il complesso risale infatti all’inizio del 1200 e la parte meglio conservata è il suo minareto. E’ una torre in arenaria rossa con intarsi in marmo, alta 73 metri e intervallata da balconi, motivi geometrici e iscrizioni tratte dal Corano. Pensate che era la torre in pietra più alta dell’India!!! Dal 1993 è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
R come RELIGIONI
Se l’induismo è la religione più praticata in India, stupisce la quantità di culti diversi che si possono incontrare. Alcuni culti derivano dall’induismo, come il Giainismo, altri hanno radici antiche come il Sikhismo e lo Zoroastrismo. E’ ben presente la religione islamica, insieme al Buddhismo e al Cristianesimo. Poi esistono culti particolari come il Culto Bahá’í, fondatore del Tempio del Loto a Delhi.
A proposito delle religioni vorrei parlarvi della mia esperienza, di come alcuni culti svolgano azioni di volontariato di grande impatto per la lotta contro l’indigenza.
Volontariato sociale
Ho conosciuto due realtà molto attive, la prima a New Delhi: Il Tempio Sikh Gurdwara Bangla Sahib. E’ un bell’edificio del ‘700 con una splendida cupola dorata, costruito dove l’ottavo Guru dei Sikh si fermò per prestare le cure ai malati di vaiolo e colera. Fece scavare una grande vasca che si dice contenesse acqua benefica, dove tuttora si immergono i fedeli. Ma l’aspetto più interessante è il Langar, una cucina gestita da volontari Sikh, dove tutte le persone possono mangiare, indipendentemente dal credo e dalla razza! Il cibo è servito per tutta la giornata e si stima che ogni giorno accolga circa 10.000 persone bisognose!
Ad Agra invece sono entrata in una Casa delle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta. Fu fondata ad Agra nel 1950 da Madre Teresa per fornire aiuto e sostegno ai bisognosi. Anche se all’interno della Casa l’atmosfera è serena e rilassata, ciò che ho visto e conosciuto è straziante! Le poche Suore missionarie che gestiscono il centro con l’aiuto di alcuni volontari, danno ospitalità e si prendono cura delle categorie più fragili della società indiana. Innanzitutto i portatori di handicap che spesso vengono abbandonati sulla strada dalle famiglie, incapaci di sostenerli. Qui vengono accuditi fino alla maggiore età poi trasferiti in un centro per adulti fino alla morte.
Nascere donna in India in molti casi è una gran sfortuna! Anche le figlie femmine sono un peso per le famiglie povere: sono considerate solo un costo e abbandonate a sé stesse! Le suore Missionarie si occupano anche di queste ragazze fin da bambine dando loro rifugio e un’istruzione che le renda indipendenti.
Tutto questo per ribadire l’importanza delle istituzioni religiose in situazioni di povertà come in India. Oltre all’aspetto spirituale, svolgono spesso una funzione di sostegno alla popolazione!.
S come SVASTICA
In un viaggio in India potrebbe stupirvi di ritrovare spesso raffigurata la Svastica su templi o altri edifici. La spiegazione è talmente romantica e spirituale da contrastare totalmente con l’immagine negativa che ne abbiamo ai giorni nostri! La svastica infatti è un simbolo religioso largamente utilizzato in Asia ma il suo nome deriva dal sanscrito, l’antica lingua indiana. E’ un simbolo beneaugurante, di portafortuna e prosperità!
Il disegno della svastica rappresenta la rotazione delle sette stelle dell’Orsa Minore e dell’Orsa Maggiore intorno alla Stella Polare, determinando i quattro punti cardinali e le quattro stagioni. Nella religione induista i quattro bracci del simbolo polare rappresentano anche i quattro volti di Brahma, il dio della creazione. Trovo questa spiegazione molto poetica ed affascinante!
Ma S anche come SARI!
Come dimenticare le eleganti e colorate vesti delle donne indiane? Pensate che un Sari è composto da una striscia di stoffa alta un metro circa e lungo dai quattro ai nove metri!!! Le donne indiane lo indossano avvolgendo la stola di stoffa intorno al corpo in modi diversi a seconda della funzione che svolgono. Solitamente si avvolge intorno alla vita per poi girare l’estremità sulla spalla. Spesso in India le donne indossano sotto il Sari un bustino aderente (choli) che lascia scoperto l’ombelico. Il Sari è un abito dalla tradizione antica di millenni ma dall’eleganza straordinaria!!!
T come TAJ MAHAL
Quando si parla di India la prima immagine che viene in mente è quella del Taj Mahal!!! Il Sogno in Marmo!!! Una delle costruzioni più eteree e romantiche che esistano al mondo!!! Dietro alla sua costruzione, ad Agra nel XVII secolo, si nasconde una storia d’amore: quella tra l’imperatore Moghul Shah Jahan e sua moglie prediletta, morta prematuramente. Il re non badò a spese per costruirle il Mausoleo più bello dell’epoca e il risultato fu straordinario. Un capolavoro in marmo intagliato divenuto Patrimonio dell’UNESCO dal 1983 e riconosciuto come una delle Sette Meraviglie del Mondo moderno!
U come UMANITA’
Una delle sensazioni più prepotenti che ho provato in India è quella di essere circondata da Umanità! Umanità intesa come profondità d’animo, apertura all’altro, serenità e spontaneità. Basta guardare le persone direttamente nei loro occhi larghi e scuri per vedervi dentro tutta la profondità della loro cultura! Ho provato la stessa sensazione anche in Nepal. Forse per il loro saluto, Namaste, che ricorda come nelle altre persone sia presente il divino? Forse per il loro modo di pensare positivo, dove tutto, anche gli aspetti negativi, è in trasformazione? o forse essere immersi in tanto colore rende tutto più allegro? Non conosco la risposta, so per certo che quei sorrisi lasciano il segno!!! Nonostante la povertà…
V come VIABILITA’
La spontaneità della gente indiana si riflette anche nella viabilità! Dire che il traffico delle città è caotico è un eufemismo! Bisogna vederlo di persona per capirne la portata!!! Le strade sono invase da una moltitudine di auto e bus ma soprattutto da moto e Tuk Tuk che serpeggiano tra le code dei veicoli. Aggiungi il fatto che anche in città può succedere che mucche o cani decidano di attraversare la strada improvvisamente. E’ tutto molto imprevedibile: sembra che non esista alcun codice stradale! Ma, chissà come, tra di loro riescono a capirsi infatti non ho visto nessun incidente in 10 giorni in India.
Pare che l’unico obbligo sia quello di suonare il clacson in modo intermittente, il chè rende la situazione del traffico tragicomica! Per vederne il lato positivo si può dire che tutto è molto creativo: dove si trova un ingorgo si trova anche la sua soluzione. Sicuramente ci vuole molta esperienza, oltre che calma e pazienza, per guidare su quelle strade. Per questo motivo non ritengo una buona idea noleggiare l’auto in India e consiglio di rivolgersi alle agenzie per avere un noleggio con driver esperto.
Z come ZERO
Non tutti sanno, ed anche io l’ho imparato solo nel mio viaggio in India, che l’uso dello Zero inteso come numero matematico si deve ai matematici indiani nel VI secolo. Solo successivamente fu adottato dalle altre civiltà. Gli arabi impararono il sistema decimale dagli indiani e lo trasmisero in Europa durante il Medioevo, per questo li chiamiamo ancora “numeri arabi“.
Oltre ad apparire nei testi matematici, troviamo la prima rappresentazione dello Zero in un tempio all’interno del Forte di Gwalior in India.
La complessità e la profondità della cultura indiana non smetterà mai di stupirmi!
Con questo alfabeto della Cultura indiana spero di essere riuscita a farvi conoscere le mille sfaccettature dell’India. Terra magica, ricca di cultura e simbolismi. Una civiltà antica, mistica e profondamente spirituale! Una terra di sorrisi e di colori!
Ti è piaciuto il mio alfabeto della Cultura indiana? Cosa ne pensi? Lascia un commento e seguimi!
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