COSA VEDERE A PISTOIA

Ho conosciuto per la prima volta la città di Pistoia arrivando da pellegrina lungo il Cammino di San Jacopo in Toscana. Avevo da poco saputo che in Italia esisteva una “Piccola Santiago” così chiamata perchè nella Cattedrale di San Zeno è custodita una reliquia di San Giacomo Maggiore Apostolo, lo stesso santo le cui spoglie sono venerate da migliaia e migliaia di pellegrini nella Cattedrale di Santiago di Compostela. Durante il Cammino non ho avuto tempo di visitare la città quindi sono tornata alcune settimane dopo per vederla con l’occhio della turista.

Se volete sapere di più sul Cammino di San Jacopo in Toscana 👉

Pistoia è una bellissima città dal passato antico, prima etrusca, poi romana e longobarda, che ha saputo mantenere la sua anima medievale. Il suo sviluppo e la sua ricchezza sono anche conseguenza dell’importanza che ha ricoperto la Reliquia di San Jacopo, un frammento di mandibola, arrivata a Pistoia nel 1145 per volere del Vescovo Atto. Pistoia divenne così l’unico centro di culto jacopeo ufficialmente riconosciuto in Italia, ed una delle maggiori mete di pellegrinaggio in quanto collegata alla Via Francigena .

San Jacopo divenne il patrono della città e tutti gli anni è festeggiato il 25 luglio con un Corteo storico e la Giostra dell’Orso. Per l’occasione la statua di San Jacopo, posta sopra alla facciata della Cattedrale, viene decorata con un mantello rosso.

COSA VEDERE A PISTOIA

Per visitare Pistoia un solo giorno non è sufficiente. Ha molti monumenti e musei da conoscere, ma anche solo passeggiare per la sua magnifica Piazza Duomo è una forte emozione, soprattutto verso sera quando la piazza si svuota e le luci si accendono: sembra di essere catapultati nel medioevo.

Via della Torre, antica strada longobarda

La visita della città non può che cominciare dalla sua magnifica PIAZZA DUOMO su cui si affacciano numerosi palazzi e monumenti simbolo del potere civile e religioso. La piazza è stata il parcheggio del centro città fino al 1969 quando è diventata area pedonale, ora al sabato la piazza è occupata dal mercato cittadino. Dalla piazza comincia e finisce il mio itinerario, seguitemi, vedremo i monumenti principali e vi racconterò della mia esperienza di viaggio.

Per importanza cominciamo dalla Cattedrale di San Zeno: Chiesa in stile romanico del X Sec, costruita su precedenti siti religiosi, presenta tre navate con presbiterio rialzato e cripta. Nel XV secolo sulla facciata fu aggiunto un portico in cui possiamo vedere la decorazione dell’archivolto opera di Andrea Della Robbia con lo stemma dell’Opera di San Jacopo e la Madonna col Bambino e Angeli in ceramica invetriata. La Porta d’ingresso sulla destra era la Porta dei Pellegrini attraverso cui entravano i fedeli per adorare la reliquia del santo.

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L’archivolto di Andrea della Robbia
Porta del Pellegrino

All’interno, nella Cappella del Crocifisso si trova il vero Tesoro: l’ALTARE DI SAN JACOPO,  in lamina d’argento a sbalzo, capolavoro dell’oreficeria medievale italiana. Vi hanno lavorato dozzine di artisti in quasi 200 anni, tra cui anche Filippo Brunelleschi. Anticamente custodiva la reliquia di San Jacopo di Zebedeo, ora spostata in un reliquiario insieme a una reliquia della madre Salome e resti di altri santi già presenti nella cattedrale. La visita della Cattedrale è gratuita, ma occorre comprare il ticket nella biglietteria del Battistero per poter accedere alla Cappella del Crocifisso e usufruire di una valida audioguida per conoscere tutta la cattedrale. (5 euro, oppure ticket cumulativo Tesoro+Campanile 12 euro)

Il Tesoro di San Jacopo, l’altare d’argento
Il reliquiario, la reliquia di San Jacopo è nell’ampollina più in alto
La formella del Brunelleschi
Sul lato sinistro dell’altare è narrata la storia di San Jacopo: nelle ultime due formelle si vede la decapitazione e il viaggio della salma verso Santiago

Addossato alla Cattedrale sulla sua destra, si trova l’ANTICO PALAZZO DEI VESCOVI che risale al XI secolo. Dapprima dimora fortificata nel XII secolo acquisisce l’aspetto di dimora signorile. Ora è una delle sedi espositive di Fondazione Pistoia Musei. Purtroppo in questo periodo (Inizio 2023) i percorsi museali non sono visitabili per lavori di ristrutturazione, è un vero peccato perchè sarebbe stato molto interessante, forse voi sarete più fortunati (sembra che riaprirà in estate). Tra le varie esposizioni potreste vedere:

  • Un percorso archeologico attrezzato che testimonia le varie stratificazioni della Pistoia antica dall’epoca romana a quella contemporanea
  • Gli arredi Liturgici della Cattedrale di San Zeno nei secoli
  • La Cappella di San Niccolò, Cappella privata del Vescovo realizzata sul modello del culto di San Giacomo di Compostela poi diventata prigione
  • Opere moderne come la “Pomona di Marino Marini” e le Tempere Murali di Giovanni Boldini
  • La Collezione Bigongiari con opere del Seicento Fiorentino
  • Il percorso del Museo Tattile: La città da toccare, appositamente progettato per ipovedenti e non vedenti, comprende modellini tattili smontabili, che riproducono in scala i principali monumenti della città di Pistoia 
  • L’arazzo ‘millefiori’ realizzato nelle Fiandre, a Enghien, intorno al 1530, grande 21 mq si caratterizza per la complessa organizzazione compositiva. Su fondo blu notte si dipana un policromo mondo fiorito, allusivo al Paradiso o al Giardino Celeste.
  • La sacrestia di San Jacopo, costruita fra il 1163 e il 1170, nella quale avvenne il furto di Vanni Fucci narrato da Dante nel XXIV canto dell’Inferno.
Particolare dell’Arazzo Millefiori

Di fronte alla facciata della Cattedrale troviamo il BATTISTERO DI SAN GIOVANNI IN CORTE così chiamato perchè situato a ridosso della Corte Longobarda (piazza della Sala dove si trovavano i palazzi del governo ai tempi dei Longobardi) Terminato nel 1322 in stile gotico italiano su disegno di Andrea Pisano, al suo interno si trova uno dei più antichi Fonti Battesimali datato 1226 opera di Lanfranco da Como e unico ricordo della chiesa su cui fu costruito il Battistero. L’esterno si basa sulla bicromia del marmo bianco di Carrara e del serpentino verde di Prato. Il Battistero ospita la Biglietteria per accedere al Tesoro di San Jacopo e alla salita del Campanile.

Continuando sulla sinistra, dopo il Battistero troviamo il Palazzo Pretorio o del Podestà (Tribunale) qui dal 1389 viene amministrata la giustizia. Proseguendo lungo la facciata del Palazzo del Podestà troviamo Via degli Orafi: questo era il punto d’incontro tra il Cardo e il Decumano della Pistoia romana e strada di accesso per i pellegrini del Cammino di San Jacopo. Non a caso proprio su quell’incrocio è stato collocato il Segnavia ufficiale del Cammino di Santiago di Compostela riportante la distanza dei 2505 km che separano Pistoia dalla città galiziana.

Proseguendo nel nostro giro della piazza troviamo il seicentesco Palazzo Bracciolini, il Palazzo della Banca Monte dei Paschi di Siena e l’ex Prefettura. Nell’angolo successivo, appena arretrata rispetto alla piazza, possiamo vedere la TORRE DI CATILINA, così chiamata perchè secondo una tradizione si trova vicino al luogo dove fu sepolto Lucio Sergio Catilina, militare e senatore romano noto per la congiura contro Cicerone. Scappato da Roma insieme a un gruppo di soldati a lui fedeli, fu ucciso in questo luogo e i sopravvissuti del suo esercito fondarono la città di Pistoia. Si dice che sia sepolto dietro al tabernacolo sulla fiancata della attigua Chiesa di San Salvatore.

Proprio la Chiesa sconsacrata di SAN SALVATORE è stata trasformata in uno spazio espositivo: racconta la storia del cuore più antico della città attraverso nuove scoperte, varietà di linguaggi – visivo, sonoro e tattile – e interazioni digitali. Scavi archeologici hanno portato alla luce le strutture più antiche della chiesa, costruita su altri edifici di epoca romana (sotto al tabernacolo si trovano resti del II e I sec. A.C.) e altomedievale. Durante i restauri sono emersi porzioni di affreschi di fine ‘200. Tutto questo, compreso la leggenda su Catilina, vi verrà narrata da avatar a grandezza naturale e tramite l’esposizione dei reperti ritrovati. Molto avvincente e innovativo, consiglio la visita.

Una immagine digitale nel Museo San Salvatore

Tornando su Piazza Duomo ora vediamo un’abitazione particolare: era la Chiesa di Santa Maria Maggiore (X secolo) detta LA CAVALIERA perchè qui venivano nominati i cavalieri o forse anche perchè era il punto di arrivo della corsa dei cavalli che si svolge dal 1284 per i festeggiamenti di San Jacopo. Nella struttura si notano ancora inserti in marmo bianco/verdi, archi e l’abside della chiesa originaria.

Continuando il giro della Piazza arriviamo al PALAZZO COMUNALE (XIII-XIV sec.) conosciuto anche come Palazzo degli Anziani oppure Palazzo di Giano, dal nome del Podestà Giano Della Bella proprietario del terreno su cui fu costruito. Sulla sua facciata si trovano una serie di stemmi tra cui, in centro, lo stemma di Papa Leone X (casata de’ Medici).

Nel cortile interno è esposta una scultura in bronzo del 1953 dello scultore pistoiese Marino Marini intitolata “Miracolo”: si tratta di un cavallo imbizzarrito nell’atto di disarcionare il cavaliere. Sembra che simboleggi la difficoltà dell’uomo a resistere alle avversità della vita e nello stesso tempo la capacità di resistere a tali avversità (da qui il titolo “Miracolo”)

Il Palazzo Comunale ospita il Museo Civico d’Arte Antica, una raccolta di opere a partire dal XIII secolo, testimone della storia artistica di Pistoia.

Tra il Palazzo Comunale e il fianco della Cattedrale, là dove inizia la strada Ripa del Sale, si vede in alto un ponte di collegamento costruito nel 1637. Questo consentiva agli amministratori del Comune di assistere alle funzioni religione in Cattedrale senza essere notati dall’esterno.

Infine, in posizione centrale e dominante, vediamo il CAMPANILE simbolo civile e religioso di Pistoia. Costruita sulla base di una torre di guardia di età longobarda la torre è divisa in tre fasce sovrapposte di diverso stile: longobardo (fascia più bassa), pisano (fascia centrale), pisano lucchese (fascia più alta). Ha un’altezza totale di 67 metri ed è stato costruito con materiali locali, come la pietra calcarea e il marmo verde (Serpentino di Prato).

La torre è accessibile per gruppi accompagnati dopo aver acquistato il biglietto presso il Battistero, salendo circa 200 scalini si arriva a 60 metri d’altezza, dove si può ammirare a 360° la città di Pistoia ed il panorama circostante. Vi consiglio questa piccola fatica, se avete la fortuna di salire in una giornata di cielo limpido si può vedere perfino la silhouette della Cupola del Duomo di Firenze e, come nel mio caso, anche le cime degli Appennini innevate. E’ anche un ottimo punto di osservazione della Cupola della Basilica della Madonna dell’Umiltà, la terza cupola d’Italia per grandezza, altrimenti quasi nascosta alla vista.

Terminata la visita della meravigliosa Piazza Duomo e dei suoi preziosi monumenti ci dirigiamo verso quello che è il nucleo più antico della città: il centro del potere del periodo longobardo, dove sorgeva il palazzo del Gastaldo, era nell’attuale PIAZZA DELLA SALA, detta anche la Sala. Quando in epoca medievale la piazza perse la sua centralità che si spostò in piazza Duomo, divenne piazza di mercato, come testimoniano i nomi delle vie circostanti: Via degli Orafi, Via dei Fabbri, Via del Cacio, Via del Lastrone (con riferimento alla lastra su cui si esponeva il pesce). Oggi la Sala è mercato di giorno e molto frequentata la sera per i suoi ristorantini. Nel centro della piazza troviamo il Pozzo del Leoncino simbolo del dominio fiorentino sulla città.

Piazza della Sala di giorno con il mercato
La Sala di sera
Il Pozzo del Leoncino

Proseguendo su Via dei Fabbri arriviamo in un luogo poco conosciuto di Pistoia: laddove la nobile famiglia Cellesi costruì una sua fortezza chiusa all’interno della città, utilizzando le tribune dell’Anfiteatro romano come base per le abitazioni. Non a caso lo spazio centrale è chiamato Piazzetta Romana. Vi si accede attraverso un arco su Via dei Fabbri con l’incisione sulla volta che ricorda l’enorme spesa sostenuta da Giovanni Cellesi.

Nelle immagini dall’alto si intravede la forma ovale dell’anfiteatro romano su cui sono state costruite le abitazioni

Ritornando alla Sala e attraversandola nuovamente per la sua lunghezza, nell’angolo a destra troviamo anche la PIAZZA DEGLI ORTAGGI oggi adibita a vendita dei fiori e contorniata da bei locali di cucina tipica. Qui possiamo vedere un gruppo bronzeo del 1996 dell’artista pistoiese Roberto Barni chiamato “Il giro del Sole”. Rappresenta tre giovani, a grandezza naturale, che partono da uno stesso centro diretti in tre direzioni diverse con gli occhi bendati e con in mano una lampada a olio.

Uscendo da piazza degli Ortaggi attraverso una stretta stradina, lo Sdrucciolo dei Cipollini, arriviamo in Via Cavour e quasi di fronte attrae subito la nostra attenzione una grande Chiesa con il tipico gioco di colore verde/bianco delle pietre di costruzione: è la CHIESA DI SAN GIOVANNI FUORCIVITAS così chiamata perchè all’epoca della sua costruzione si trovava fuori dalle mura della città. Esternamente il fianco nord su Via Cavour funge da vera facciata, ha al centro un ricco portale con l’architrave scolpito da Gruamonte nel XII secolo raffigurante la scena dell’Ultima Cena. Purtroppo non ho potuto visitare l’interno inquanto al momento occorre prenotare un appuntamento per minimo 15 persone (info@pistoiasacra.it). All’interno di grande importanza troviamo il Trittico di Taddeo Gaddi, l’acquasantiera marmorea di Giovanni e Nicola Pisano e La Visitazione in ceramica invetriata bianca di Luca Della Robbia.

Accanto alla Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas consiglio di entrare nel Bar Valiani, un locale che fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia. E’ attivo, dapprima come pasticceria, dal 1831 ed è stato ricavato dal restauro dell’antico Oratorio di Sant’Antonio Abate del XIV secolo. Presenta una facciata bicroma analoga a quella della chiesa accanto, un elegante arco gotico come ingresso e conserva al suo interno affreschi di scuola pistoiese del XIV secolo.

Proseguendo fino alla fine di Via Cavour arriviamo in Piazza Gavinana: qua troviamo un altro Bar storico di Pistoia, Le Grand Café du Globe. La sua costruzione risale agli anni ’30 dell’Ottocento quando nei pressi di Piazza Gavinana sorsero un cinema e un albergo con il suo caffè, un locale in stile liberty frequentato da artisti e poeti. Ora guardate in alto: sul lato destro del caffè storico, all’incrocio con Via dei Buti si trova il simbolo di Pistoia chiamato familiarmente il Globo: un globo affiancato da due micchi (cioè orsetti, sembra infatti che le montagne pistoiesi fossero abitate dagli orsi). Ai tempi del vecchio cinema gli orsi battevano la sfera con martelletti per scandire la programmazione delle proiezioni: inizio, fine primo tempo e termine dello spettacolo. Ora i due orsetti scandiscono l’ora.

I micchi e il globo

Ora percorriamo Via Buozzi per circa 100 metri e incrociamo l’antica Via Cassia che ora si trova a quasi 3 metri di profondità. Si tratta di Via Degli Orafi che conduce in Piazza Duomo e Via della Madonna nell’altra direzione verso Porta Lucchese. Svoltando a sinistra su Via della Madonna incontriamo un altro monumento importante di Pistoia: la BASILICA DELLA MADONNA DELL’UMILTA’. Chiamata così perchè contiene un’immagine della Madonna del 1300 seduta per terra (umiltà in questo caso deriva da umus, terreno) che allatta Gesù Bambino. L’importanza architettonica della Basilica della Madonna dell’Umiltà è dovuta principalmente all’imponente cupola cinquecentesca alta 59 metri realizzata da Giorgio Vasari: si tratta della terza cupola in Italia per grandezza dopo quella di San Pietro in Vaticano e quella della Cattedrale di Firenze costruita dal Brunelleschi. E’ difficile osservare bene la Cupola del Vasari perchè circondata da altre abitazioni. La si può vedere meglio da Piazza dello Spirito Santo, ma il punto di osservazione privilegiato è la sommità del Campanile.

La Cupola dalla Piazza dello Spirito Santo

Nei dintorni si trovano due Chiese con pregevoli opere artistiche, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa di Sant’Andrea. Ci dirigiamo in primo luogo verso Piazza San Francesco e subito ci appare la facciata a capanna dell’omonima Chiesa, caratterizzata da un rivestimento marmoreo a strisce bianche e verdi. Entrate ad ammirare gli affreschi della Cappella maggiore incentrati sulle storie di San Francesco (1343), sono un incanto!

Chiesa di San Francesco

In Piazza San Francesco si trova anche un negozio artigianale attivo fin dal 1918: la Confetteria Bruno Corsini che produce il tipico “confetto riccio di Pistoia” detto anche Birignoccoluto, usando il metodo dell’antica ricetta medievale degli “Anici Confecti”. Durante il periodo della peste nera, i confetti venivano considerati come un rimedio alla malattia ed in un primo momento questi erano preparati con acqua, miele e l’interno con cuore di anice; solo successivamente gli ingredienti furono cambiati con canditi, mandorle o cioccolato.

Da Piazza San Francesco continuiamo il nostro itinerario nella storia di Pistoia imboccando Via Sant’Andrea fino ad arrivare all’omonima Chiesa. E’ una delle chiese più importanti e conosciute della città; fu fondata in età antica, probabilmente nel VII secolo, ma qualcuno la fa risalire addirittura al periodo della dominazione longobarda, poi restaurata nel XII secolo. Vi consiglio la visita per ammirare un capolavoro, il Pulpito di Giovanni Pisano completato nel 1301 e definito come il più bel pulpito del mondo.

Sulla facciata si può vedere nella lunetta la statua di Sant’Andrea e nell’architrave della porta centrale l’Adorazione dei Re Magi, i primi “pellegrini” della storia. Anche la Chiesa di Sant’Andrea, come la Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas al momento è visitabile solo su prenotazione per gruppi di 15 persone scrivendo a info@pistoiasacra.it

Ora percorriamo Via delle Pappe, così chiamata perchè da quella strada passavano gli intrugli e i medicamenti destinati ai ricoverati dell’OSPEDALE DEL CEPPO, dove anche noi siamo diretti. L’Ospedale del Ceppo prende il nome da una leggenda che narra come due coniugi pistoiesi, Antimo e Bandinella, avessero visto in sogno la Madonna che chiedeva loro di fondare un ospedale là dove avrebbero trovato un tronco d’albero (ceppo) miracolosamente fiorito in inverno. Fu quindi fondato secondo tradizione nel 1277 aumentando in estensione nei secoli successivi. Nel 1502 venne aggiunta la nuova ala con il loggiato rinascimentale ad arcate sullo stile dell’Ospedale degli Innocenti di Firenze. Al di sopra delle arcate si trova il fregio di scuola Della Robbia, in terracotta policroma invetriata opera di Santi Buglioni. Il fregio è suddiviso in pannelli che illustrano le sette opere di misericordia intervallati dalle figure delle virtù. Mentre i tondi all’intersezione degli archi sono opera di Giovanni della Robbia e raffigurano l’Annunciazione, la Gloria della Vergine, la Visitazione e lo stemma dei Medici. E’ stato l’Ospedale cittadino fino al 21 luglio 2013. Potete visitare il Museo dell’Ospedale del Ceppo che racconta la storia dell’ospedale, della sanità pistoiese, dell’Accademia Medica Filippo Pacini, e la storia dei fregi esterni attraverso strumenti storici e moderni supporti multimediali. Da visitare anche la stanza dei ferri chirurgici e il teatrino anatomico utilizzato per le lezioni di medicina che testimoniano come la città di Pistoia fosse uno dei più avanzati centri chirurgici dell’epoca. Sembra infatti che il termine “bisturi” sia una derivazione di Pistorium, cioè relativo all’antico nome di Pistoia.

Sotto al loggiato si trova anche la biglietteria per la visita a PISTOIA SOTTERRANEA, una bella esperienza che vi consiglio di non perdere, si cammina nel sottosuolo per circa 700 metri lungo l’antico corso del torrente Brana, deviato nel Medioevo a causa dei suoi continui straripamenti. La visita guidata è stata molto interessante ed esaustiva, ringrazio il nostro accompagnatore perchè ha saputo illustrarci il percorso sotto tutti gli aspetti: raccontando la storia del torrente, con il suo lavatoio, la macina, il frantoio e il maglio dei fabbri e anche l’uso che ne veniva fatto dall’Ospedale sovrastante, soprattutto come discarica. E proprio studiando gli accumuli di detriti trovati sotto i pozzetti dell’Ospedale si è potuto ricostruire il kit del ricoverato e capire quali medicinali venivano usati analizzando il vasellame. Quando si arriva nei pressi del sottosuolo di San Bartolomeo in Pantano, che come dice il nome era una zona umida e paludosa, ci ha mostrato una lapide antichissima che in lingua latina indica il limite massimo che potevano raggiungere le acque per non tracimare, una sorta di gestione delle acque nell’antichità: NE AQUE ELEVENTUR. Pistoia Sotterranea è quindi un percorso nella storia, molto affascinante.

Ci dirigiamo quindi verso la CHIESA DI SAN BARTOLOMEO IN PANTANO, chiamata così perchè si trovava in una zona paludosa creatasi con la deviazione dei torrenti, è in posizione inferiore rispetto piazza Duomo pur essendo vicina, ci separa soltanto Via San Bartolomeo e Ripa del Sale. San Bartolomeo è sicuramente l’edificio sacro più antico di Pistoia, fu edificato tra il 726 e 764 per volere del medico longobardo Gaido Aldo, ma fu ricostruito dall’abate Bono nel 1159. Esternamente, sopra il portale d’accesso possiamo notare l’architrave opera di Gruamonte con il bassorilievo raffigurante Gesù che da i Comandamenti ai 12 apostoli e li manda a diffondere il Vangelo, altro riferimento al Pellegrinaggio, argomento molto sentito a Pistoia nel medioevo. All’interno l’opera più importante è il Pulpito di Guido da Como del 1240.

Il nostro itinerario si conclude risalendo la Ripa del Sale verso Piazza Duomo, da dove tutto è cominciato. Attendo che cali la sera e che le luci si accendano… la piazza diventa deserta … la luna fa capolino sopra al Campanile… e il mio cuore è pieno di gioia. Pistoia per me è stata una bella scoperta, meriterebbe di essere conosciuta e visitata maggiormente, spero con questo mio articolo di poter contribuire.

ALCUNI APPUNTI DI VIAGGIO PERSONALI:

Ho soggiornato presso l’Hotel Patria in Via Crispi 8, a due passi da Piazza Duomo. E’ un hotel 4 stelle con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Ricavato in un palazzo d’epoca e recentemente rinnovato è comodo anche per essere raggiunto dalla stazione dei treni. La camera era spaziosa, pulita, il letto comodo e la colazione ottima. Approvato ✔️

Vista dall’hotel

Ho pranzato in uno dei tanti locali nella zona di Piazza della Sala precisamente in Via dei Fabbri 5 alla “Fiaschetteria la Pace”, propongono piatti della tradizionale pistoiese, il locale è molto bello, tavolini rustici ed un’ambientazione famigliare. Io non posso resistere ad un piatto di pici cacio e pepe, so che non è proprio un piatto tipico ma comunque era di ottima qualità. Da consigliare

Mi sono concessa una coccola al Bar Valiani, giusto per gustare l’atmosfera di sorseggiare un té con squisiti pasticcini mignon in questo locale storico. All’interno c’è un’elegante saletta e all’esterno i tavolini con vista San Giovanni Fuorcivitas.

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